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Assegno unico, come funzionerà il sostegno del governo Conte bis alle famiglie con figli

L’assegno unico sarà una misura strutturale di sostegno alle famiglie con figli, pensata per combattere il calo demografico. “Dovrebbe accompagnare le famiglie dalla nascita dei figli fino alla loro piena autonomia”, ha spiegato la ministra della Famiglia Elena Bonetti. All’interno del Family Act, proposto dal Pd, ci sono anche gli asili nido gratis per le famiglie a basso reddito.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'assegno unico per le famiglie con figli, per combattere la denatalità, secondo quando ha annunciato la ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, sarà una misura strutturale, non un intervento ‘una tantum': "L'assegno unico non sarà, anzitutto, una misura una tantum, ma un sostegno strutturale sul quale si possa contare nella progettazione familiare. Dovrebbe accompagnare le famiglie dalla nascita dei figli fino alla loro piena autonomia". 

Come ricorda l'agenzia Dire al momento i sostegni principali previsti per le famiglie sono due: gli assegni al nucleo familiare, destinati alle sole famiglie di lavoratori dipendenti, che assorbono 6,4 miliardi, e le detrazioni per figli a carico, con una spesa stimata di 8,7 miliardi. C'è poi un insieme di ulteriori misure più circoscritte: il bonus bebè (160 euro mensili con Isee inferiore a 7.000 euro, la metà per chi arriva fino a 25.000), il bonus nido, gli assegni a madri sole con tre o più figli. La nuova proposta del Pd si andrebbe ad aggiungere a quelle preesistenti? E se sì queste saranno rimodulate? A queste domande non c'è ancora una risposta.

La proposta di legge 687, ‘Legge delega sull'assegno universale e dote unica per i servizi', a prima firma di Graziano Delrio è già incardinata ad ottobre all'esame della commissione Affari Sociali della Camera, su richiesta del Pd, e contiene un sostegno per le famiglie a basso reddito con la gratuità degli asili nido e l’aumento della loro offerta. Ma cosa c'è tra i suoi 26 punti?

La proposta del Pd si basa su una precedente proposta del senatore Stefano Lepri (Pd), che prevedeva l'erogazione di un assegno unico e universale per ogni figlio a carico, indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori. Ogni figlio sarebbe beneficiario della stessa cifra, pur con un importo diverso a seconda dell'età: un massimo di 240 euro al mese fino al compimento di 18 anni, che scende a 80 euro se il figlio è di età compresa tra i 18 e i 26 anni.

Anche per quanto riguarda gli asili nido a costo zero, altra proposta contenuta nel Family Act annunciata da Conte, ci sono dei punti oscuri: gli asili nido sono gestiti dai Comuni, i quali hanno regolamenti di accesso e rette a carico delle famiglie molto differenti da città a città, per cui lo Stato dovrebbe coordinarsi con i diversi centri. Al momento gli sili nido sono a costo zero per le famiglie economicamente più fragili, con Isee inferiori ai 6-7 mila euro. Non si sa ancora dove verrà spostata l'asticella dell'accesso gratuito.

"I democratici hanno sempre considerato l'assegno unico alle famiglie con figli una rivoluzione per il sistema di welfare. È una misura semplice equa e continuativa, da noi proposta sin dall'inizio della legislatura, che superando lo schema degli interventi discontinui introduce un approccio strutturale diventando per le famiglie un sicuro sostegno al desiderio di genitorialità ed un importante contributo per sconfiggere quell'inverno demografico che da troppi anni incombe sul nostro Paese. Con lo stop all'aumento dell'Iva e l'aumento dello stipendio per i lavoratori attraverso il taglio del costo del lavoro, l'assegno unico, insieme alla dote per i servizi, darà finalmente quel serio sostegno alle famiglie da troppo tempo atteso", ha spiegato il capogruppo Pd alla Camera Graziano

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