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L’Ue taglia ancora il Pil dell’Italia: -11,2% nel 2020, crollo devastante e peggiori in Europa

Il crollo dell’economia italiana a causa del Coronavirus sarà peggiore del previsto: secondo le stime d’estate della Commissione europea il calo del Pil a fine 2020 sarà dell’11,2%, con un rimbalzo limitato al 6,1% nel 2021. Si tratta del peggior dato tra i Paesi dell’Ue, con previsioni ancor più negative che in primavera anche per l’Unione nel suo complesso.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il crollo del Pil italiano nel 2020 sarà ancor più drammatico del previsto. Sono queste le previsioni d’estate della Commissione europea che prevede un calo del Pil italiano per l’anno in corso dell’11,2%, peggior dato tra i Paesi Ue. E anche la risalita sarà meno forte del previsto, con un aumento limitato al 6,1% nel 2021. In generale peggiorano le stime per quanto riguarda tutta l’Ue nel suo complesso. Ma il dato italiano è quello più drammatico, con un peggioramento evidente rispetto al dato di maggio, quando si era stimato un crollo del Pil del 9,5%. Così come erano migliori le previsioni sul rimbalzo del 2021, che era stimato al 6,5% ma che sarà, invece, inferiore di qualche decimale secondo le ultime previsioni della Commissione.

Il crollo del Pil nell’area Euro e nell’Ue

Nella zona Euro il Pil scende dell’8,7% nel 2020, con una risalita prevista al 6,1% nel 2021. La previsione precedente era quella di un calo leggermente più attenuato, al 7,7%. La contrazione per l’economia dell’intera Ue, invece, è prevista dell’8,3% nel 2020, con una crescita del 5,8% nel 2021. Il dato peggiore è quello italiano, ma non va molto meglio neanche alla Spagna (-10,9%) e alla Francia (-10,6%). La recessione, secondo la Commissione, è ben “più profonda” di quanto era stato preventivato e si registrano, inoltre, “divergenze più ampie” del previsto.

L’Italia non tornerà quindi ai livelli del Pil registrati nel 2019 neanche entro la fine del 2021. Gli effetti della crisi saranno più lunghi, soprattutto a causa del fatto che le perdite di produzione nei primi due trimestri saranno maggiori di quanto ipotizzato in primavera. L’inflazione è stata in media dello 0,6% nel 2019, ma sembra essere destinata a scendere intorno allo 0 nel 2020. Nel 2021, invece, si prevede che i prezzi al consumo possano salire dello 0,8%, soprattutto per gli effetti di base legati ai prezzi del petrolio, mentre la crescita dei salari probabilmente resterà contenuta in questo periodo.

Gentiloni: crisi devastante, peggiore del previsto

Il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, non nasconde che le previsioni mostrano una strada per la ripresa più in salita del previsto, tanto da essere “lastricata di incertezza”. La pandemia, secondo il commissario Ue, “ha colpito l’economia europea in maniera più forte del previsto, anche se un cauto rimbalzo sta cominciando”. Gli effetti sull’Ue, però, saranno “devastanti” e servirà un accordo rapido sul Recovery Plan della Commissione, secondo Gentiloni, “per iniettare fiducia e nuovi finanziamenti nelle economie europee in questo momento critico”.

Gentiloni prosegue: “La risposta della politica in tutta Europa ha contribuito ad attenuare il colpo per i nostri cittadini”. Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, conferma che l’impatto del lockdown è stato “più grave di quanto inizialmente previsto: continuiamo a navigare in acque tempestose e affrontare molti rischi, tra cui un'altra grande ondata di infezioni. Queste previsioni sono un potente esempio del motivo per cui abbiamo bisogno di un accordo sul nostro ambizioso pacchetto di recupero, NextGenerationEU, per aiutare l'economia”.

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