Le famiglie italiane sempre più povere, il 10% detiene il 45% della ricchezza

Le famiglie italiane sono sempre più povere, ma continuano ad investire nel mattone, è questo ciò che emerge dal supplemento al bollettino statistico di Bankitalia sulla ricchezza delle famiglie italiane pubblicato oggi dal centro studi della nostra Banca Centrale. Alla fine del 2010 la ricchezza complessiva delle famiglie italiane è diminuita dell'1,5% rispetto all'anno precedente e di ben 3,2% rispetto al 2007. Infatti, se come rilevano gli studi la ricchezza è aumentata in termini assoluti, questa deve fare i conti con un elevato incremento dei prezzi che sono aumentati molto di più riducendo la ricchezza in termini reali. Anche per i primi mesi di quest'anno le stime indicano un andamento calante della ricchezza, nonostante sia le attività reali che finanziarie abbiano registrato un leggero aumento, questo sempre per via dell’andamento dei prezzi.
La famiglia italiana da sempre sinonimo di risparmio si sta dunque indebolendo dal punto di vista economico, seppur rimane una delle più floride in rapporto agli altri Paesi europei, meno indebitata e più ricca. Certamente però questa ricchezza nel nostro Paese non è distribuita equamente e anzi il divario tra ricchi e poveri sta diventando sempre più ampio con il passare degli anni. E' la stessa Bankitalia ad ammettere che "la distribuzione della ricchezza è caratterizzata da un elevato grado di concentrazione" con poche famiglie possessori grandi capitali e molte altre che invece hanno livelli minimi di ricchezza o addirittura nulli. Dall'ultima indagine del 2008 fatta dalla Banca Centrale Italiana emerge che solo un 10% delle famiglie italiane detiene oltre il 45% di tutta la ricchezza complessiva mentre la metà più povera delle famiglie possiede solo il 10% della ricchezza. Secondo le stime provvisorie per il 2010 questo divario è destinato ad allargarsi ancora di più. Dopo un incremento notevole verso la metà del decennio scorso la ricchezza delle famiglie è calata costantemente arrivando nel 2010 ad essere paragonabile a quella dei primi anni del 2000.
La casa come si diceva è sempre stata il bene rifugio delle famiglie italiane e infatti rappresenta a fine 2010 ben l'84% della ricchezza proveniente da attività reali, non subendo alcuna variazione negli ultimi anni, mentre sono cambiati gli investimenti nelle attività finanziarie. Se dal 1995, infatti, le famiglie italiane hanno continuato ad investire in obbligazioni, azioni e fondi comuni, negli ultimi anni è in corso un'inversione di tendenza verso i contanti, il deposito sui conti correnti e il risparmio postale. Anche i nostri Titoli di Stato hanno subito questa trasformazione nelle abitudini di investimento perdendo nel 2010 quasi un punto percentuale tra le forme di investimento delle famiglie.
Certamente il sogno della casa per gli italiani è anche la loro pena visto che gran parte delle passività sono costituite dai mutui per l'acquisto della casa che rappresentano il 41% dell'indebitamento complessivo. Certamente con la nuova manovra economica e l'introduzione della nuova Imu, che sostituirà l'Ici, le cose potrebbero cambiare e non in bene per le famiglie.