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La proposta della Commissione europea per risolvere la crisi energetica e abbandonare il gas russo

La Commissione europea ha presentato RePowerEu, il piano per abbandonare il prima possibile il gas russo e rendere l’Ue indipendente a livello energetico. Si parla di stoccaggio e acquisto comune, ma anche di tassare i profitti extra dei produttori.
A cura di Tommaso Coluzzi
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"Dobbiamo garantire ai consumatori europei una fornitura di energia affidabile, sicura e conveniente" e "dobbiamo farlo in fretta". Con poche parole e qualche tweet, Ursula Von der Leyen lancia RePowerEu: la proposta della Commissione europea per superare la dipendenza dal gas che viene dalla Russia e risolvere rapidamente la crisi energetica in corso e all'orizzonte. Ben prima del 2030, si legge nel testo. La proposta prevede anche l'apertura una consultazione su delle modifiche mirate che modifichino il quadro degli aiuti di Stato, in modo da permettere aiuti alle imprese colpite dalla crisi, in particolare chi deve affrontare costi energetici elevati. Gli Stati membri dell'Unione, inoltre, potranno anche tassare i profitti straordinari dei produttori di energia elettrica hanno realizzato in questi mesi, in modo da ridurre il costo delle bollette per i consumatori.

Quella relativa agli aiuti di Stato, però, non è l'unica proposta contenuta nel testo: si parla anche della presentazione – entro il prossimo aprile – di una proposta di legge che preveda che i siti di stoccaggio sotterraneo del gas in tutta l'Unione europea siano riempiti almeno fino al 90% della loro capacità entro il 1° ottobre di ogni anno. Inoltre, per far fronte al caro energia, la Commissione esaminerà le varie opzioni per limitare l'aumento dei prezzi dell'elettricità, magari imponendo dei tetti temporanei alle tariffe. Non solo lo stoccaggio sarà comune, ma anche l'acquisto della materia prima.

Il piano RePowerEu si basa su alcuni pilastri, spiegano dalla Commissione: diversificare l'approvvigionamento grazie a maggiori importazioni di gas naturale liquefatto (Gnl) o da gasdotti che provengano da fornitori non russi; aumentare il volume di produzione e importazione di biometano e idrogeno rinnovabile; ridurre più rapidamente l'uso di combustibili fossili aumentando l'efficienza energetica e le energie rinnovabili. Secondo i conti della Commissione, applicando queste misure si possono eliminare 155 miliardi di metri cubi di consumo di gas. Praticamente quanto ne abbiamo importato dalla Russia nel 2021. E i due terzi di questa riduzione, sempre secondo Bruxelles, sarebbero raggiungibili entro un anno.

Il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, ha spiegato che sul nucleare non ci sono preclusioni: "Gli Stati membri sono liberi nelle scelte che formulano nel loro mix energetico. Sono tenuti a rispettare le regole sulla riduzione delle emissioni ma spetta ai singoli Stati membri decidere". E ha previsto: "È immaginabile che alcuni Stati membri possano decidere di non utilizzare il gas come combustibile di transizione ma di mantenere un po' di più il nucleare o il carbone".

Timmermans ha anche consigliato di abbassare il termostato in casa: "Non è una richiesta, ma è importante che i cittadini siano informati sul fatto che il loro comportamento può avere un impatto positivo sul consumo energetico. Cambiando il nostro comportamento da cittadini possiamo in parte ridurre la dipendenza dal gas russo", ha detto. Poi ha chiuso alla proposta – di cui aveva parlato Giuseppe Conte con Fanpage.it – di finanziare con il debito comune le misure contro l'emergenza energetica: "Non c'è nessun progetto di eurobond".

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