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La lotta di Conte e Di Maio all’evasione fiscale: quanto si può recuperare davvero

La lotta all’evasione fiscale è uno dei punti chiave della manovra approvata dal Consiglio dei ministri, su cui sia Giuseppe Conte che Luigi Di Maio hanno insistito fiduciosi. Il governo prevede di recuperare svariati miliardi di euro dal contrasto all’evasione, coperture aggiuntive che verranno poi inserite nella legge di Bilancio. Ma come si può calcolare il gettito della lotta all’evasione prima ancora dell’attuazione a pieno regime delle misure previste?
A cura di Annalisa Girardi
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La lotta all'evasione è uno dei punti chiave della prossima manovra economica, approvata all'alba di questa mattina da governo. "Vengono messe in campo politiche di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali in più settori. Si prevede un inasprimento delle pene per i grandi evasori. Si introducono misure per contrastare l’illecita somministrazione di manodopera e l’aggiramento della normativa contrattuale in tema di appalti da parte di cooperative o imprese fittizie, che in tal modo evadono l’Iva e non procedono al versamento delle ritenute sui redditi dei lavoratori. Si rafforzano le misure contro le frodi nel settore dei carburanti. Si implementa il contrasto all’evasione e all’illegalità nel settore dei giochi, attraverso l’istituzione del registro unico degli operatori del gioco pubblico e il blocco dei pagamenti per i soggetti che operano dall’estero senza concessione, anche attraverso l’istituzione dell’agente sotto copertura", si legge nel comunicato stampa che illustra le misure del Decreto fiscale e della legge di Bilancio 2020.

In questo senso il governo prevede di recuperare risorse per circa 3,2 miliardi di euro di gettito provenienti dalla lotta all'evasione e alle frodi fiscali, più altri "circa 4,3 miliardi di euro, reperiti da un pacchetto di ulteriori misure fiscali, tra la quali un intervento per limitare gli abusi della cosiddetta flat tax per le partite Iva", come scrive nel Documento programmatico di bilancio inviato dal governo italiano alla Commissione europea (Dpb).

La lotta all'evasione di Conte e Di Maio

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ribadito il concetto con un post condiviso sulla sua pagina Facebook, in cui afferma: "Ho fatto un patto con gli italiani: andremo a recuperare l'economia sommersa. Potrò dirmi appagato di aver mantenuto questo impegno fino a quando riusciremo a consentire un sensibile incremento e quindi evidenziazione di questa economia sommersa che noi dobbiamo contrastare. Questa lotta deve essere efficace, non declamata. Quindi è chiaro che voglio vedere queste misure. Se non saranno sufficienti gli italiani devono sapere che le incrementeremo, e continueremo a farlo fino a quando io sarò al governo. Io non posso accettare che tanti italiani onesti debbano pagare le tasse per coloro che invece non le pagano. Questa è la più grande iniquità sociale, e fino a quando non otterrò dei risultati io non sarò appagato".

Anche il leader del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, è intervenuto sull'argomento, annunciando che il ministro della Giustizia, Alfonso Buonafede, è al lavoro per introdurre anche in Italia il carcere per i grandi evasori. "È troppo facile accanirsi su un commerciante o su un piccolo artigiano che si spezzano la schiena per la propria famiglia e i propri figli. Piuttosto, si pensi a colpire i grandi evasori, quelli che per anni hanno sottratto allo Stato italiano milioni e milioni di euro per poi nasconderli in chissà quale banca all’estero. Questo è il coraggio che io voglio vedere, il coraggio di colpire i pesci grossi, i potenti, i colossi, non chi a malapena riesce ad arrivare alla fine del mese. La grande evasione è il vero problema dell’Italia e va fermata quanto prima!".

Quello dell'evasione fiscale è un problema di lunga tradizione in Italia, che un report dell'Istat di ieri è tornato a mettere in evidenza: il documento dell'Istituto nazionale di statistica ha evidenziato che nel 2017 si sono rilevati 211 miliardi di euro di economia non registrata, una cifra pari al 12,1% del Pil italiano. Questa si compone, da un lato, di circa 192 miliardi provenienti dall'economia sommersa, e altri 19 miliardi di attività illegali.

Il recupero delle risorse

Qualche settimana prima dell'approvazione delle misure in sede di Cdm, queste erano state discusse in Aula come pare della Nota di aggiornamento al Def (Nadef). Anche in quell'occasione il governo aveva previsto il recupero di diversi miliardi di euro grazie alla lotta contro l'evasione fiscale. L'esecutivo aveva riscontrato diverse critiche, specialmente dalla stampa, che giudicava la stima incerta e imprevedibile (almeno a priori, prima di avere il riscontro concreto delle misure a regime).

Nella Nadef il governo ha scritto che circa 7 miliardi di euro potranno essere recuperati grazie "nuove misure di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali, nonché interventi per il recupero del gettito tributario anche attraverso una maggiore diffusione dell’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili", dei provvedimenti in linea con quanto è poi stato ufficialmente approvato dal Cdm di questa notte.

In base a quali elementi è possibile prevedere a quanto ammonteranno le risorse recuperate dalla lotta all'evasione fiscale? Come spiega Agi, negli ultimi anni i governi sono riusciti a recuperare somme sempre più sostanziose dall'evasione fiscale. Dai 12,5 miliardi di euro recuperati durante il governo di Mario Monti, si è arrivati al record di 20,1 miliardi con quello di Paolo Gentiloni. Lo scorso anno si sono riscattati 19,2 miliardi. Queste cifre, tuttavia, non risultano semplicemente dalla lotta all'evasione, ma sono spesso l'effetto di una serie di misure una tantum o provvedimenti straordinari. Delle valutazioni generali, di carattere strutturale, risultano perciò molto complesse, in quanto non tengono conto della specificità del contesto e delle disposizioni a regime. Anche se, rispetto alla Nadef, il Dpb riporta già delle stime più accurate, differenziando i ricavi che si prevedono dalla lotta all'evasione da quelli che deriveranno da altre misure, sempre di carattere fiscale, la questione delle coperture provenienti dal contrasto all'evasione rimane la più grande incognita della manovra approvata dal governo giallorosso. 

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