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Dazi Usa, dal vino al parmigiano: i prodotti italiani che più risentiranno della decisione del Wto

Dopo la decisione del Wto, che ha stabilito che gli Usa potranno imporre dazi agli europei per 7,5 miliardi di dollari come compensazione per gli aiuti illegali concessi al consorzio aeronautico Airbus, tanti sono i prodotti italiani che potrebbero risentire dei rialzi tariffari: “Vino e parmigiano potrebbero essere i prodotti italiani più colpiti”. A rischio anche prosecco, olio e pasta.
A cura di Ida Artiaco
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Il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, è stato chiaro: "Vino e parmigiano potrebbero essere i prodotti italiani più colpiti dai dazi Usa". Una dichiarazione, questa, che fa tremare i mercati e fa salire ulteriormente la tensione tra Washington e l'Europa dopo la decisione, presa dal Wto, l'Organizzazione mondiale del Commercio, che ha stabilito che gli Usa potranno imporre dazi agli europei per 7,5 miliardi di dollari come compensazione per gli aiuti illegali concessi al consorzio aeronautico Airbus. I beni oggetto del provvedimento saranno prodotti tecnologici, aerospaziali, ma anche alimentari e del settore del lusso, che più interessano i colossi dell'export nostrano. "L'Italia difenderà i suoi interessi nazionali su ogni campo, specie quello economico e commerciale", è stata la risposta di Luigi Di Maio, ma il costo che l'agroalimentare Made in Italy, le cui esportazioni in Usa valgono 4,2 miliardi di euro, pagherà potrebbe essere molto caro, pari a circa 1 miliardo di euro.

L'elenco dei prodotti che saranno oggetto dei dazi Usa non è ancora stato reso noto ma di certo a rischio ci sono simboli della cucina italiana come il Parmigiano Reggiano, la mozzarella di bufala campana Dop, ma anche il prosecco, la pasta, il latte e l'olio. Cosa potrebbe, dunque, cambiare per loro? Facciamo qualche esempio, a partire dai formaggi. Gli Stati Uniti sono il secondo mercato estero, dopo la Francia, per l'export di Parmigiano Reggiano. Al momento sono esportati 10 milioni di kg all'anno e il prezzo oltreoceano si attesta attorno ai 40 dollari al kg. Se, a causa dei rialzi tariffari, i listini aumentano a 60 dollari al kg, il Consorzio potrebbe arrivare a perdere oltre 360 milioni di euro di fatturato del prodotto esportato. Stesso discorso per il Grana Padano, che in un anno potrebbe subire una perdita di oltre 270 milioni di euro nel caso in cui l'imposizione dei dazi facessero alzare il prezzo al consumo fino a 60 dollari al chilo.

A risentire dei dazi Usa potrebbe essere anche la mozzarella di bufala campana, di cui gli Usa rappresentano il primo mercato extraeuropeo. Qui un kg di bufala campana costa in media 45 dollari, ma con gli eventuali dazi al 100%, si potrebbe arrivare a 65 dollari al chilo. A rischio anche l'export di Prosecco: se una bottiglia al momento costa circa 10-15 dollari in un punto vendita della grande distribuzione con i dazi al 100%, il prezzo arriverebbe a 20-30 euro. Infine, cattive notizie anche per l'export di olio e pasta: l’Italia nel 2018 ha esportato negli Stati Uniti olio d'oliva per 436 milioni di euro, mentre l'export di pasta ammonta a circa 305 milioni. Per il primo il prezzo salirebbe da 12,38 euro a 24,77 euro al litro, mentre la seconda, a sua volta, aumenterebbe  a 3,75 euro al kg rispetto agli attuali 2,75 euro. Ora sulla pasta le tariffe sono in media di 6 centesimi al chilo.

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