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Dal primo luglio stop alla busta paga in contanti

Il provvedimento è stato adottato nell’ultima legge di bilancio con lo scopo di evitare le “truffe” delle false buste paga, cioè il fenomeno per cui imprenditori scorretti corrispondono al lavoratore retribuzioni inferiori a quanto previsto dalla busta paga magari sotto il ricatto del licenziamento o della non assunzione.
A cura di Davide Falcioni
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Dal prossimo primo luglio scatta lo stop alla busta paga in contanti: per i datori di lavoro scatta l'obbligo della tracciabilità dello stipendio previsto dall'ultima legge di Bilancio, fatti salvi i rapporti di lavoro con la Pubblica amministrazione, i lavoratori domestici come colf, baby sitter o badanti e i compensi per gli stage. La norma ha lo scopo di "prevenire gli abusi" ed evitare le "truffe" delle false buste paga, ed entra in vigore proprio in un periodo in cui si torna a discutere dell'opportunità o meno di porre limiti all'uso dei contanti. Titti Di Salvo, promotrice del provvedimento, ha spiegato che la novità punta a "prevenire gli abusi" ed evitare le "truffe" delle false buste paga, cioè il fenomeno per cui imprenditori "scorretti" corrispondono al lavoratore retribuzioni inferiori a quanto previsto dalla busta paga magari sotto il ricatto del licenziamento o della non assunzione. Sempre in questa direzione va anche la precisazione che la semplice firma della busta paga da parte dei lavoratori non costituisce più prova del pagamento dello stipendio. Si tratta, come sottolineava Di Salvo, "di una norma a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche delle imprese corrette che devono combattere contro la concorrenza sleale di chi, scaricando falsi costi per il personale, accumula utili extra bilancio".

L'obbligo si applica a "ogni rapporto di lavoro subordinato indipendentemente dalla durata e dalle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa", quindi anche ai contratti a tempo determinato, ai contratti part time, alle collaborazioni coordinate e continuative, al lavoro a intermittenza o a chiamata e a tutti i contratti instaurati dalle cooperative con i propri soci. A partire dal primo luglio, in definitiva, le retribuzioni dovranno essere corrisposte tramite bonifico bancario o postale, strumenti di pagamento elettronico, pagamenti in contanti presso sportello bancario, emissione di un assegno, pena sanzione da 1.000 a 5.000 euro.

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