Cassazione: sì al licenziamento di un lavoratore sulla base delle tracce gps
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Il licenziamento di un dipendente aziendale che si allontana dalla sede di lavoro basato sui rilievi del GPS installato sull'auto in dotazione è legittimo. A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione con una sentenza pubblicata ieri: i giudici hanno respinto il ricorso presentato da un coordinatore di addetti alla nettezza urbana della provincia di Torino a cui era stato addebitato di essersi allontanato dalla sede aziendale durante l'orario di lavoro, per la precisione tra le 6,30 e le 6,45 e tra le 10,45 e le 11,30, per fermarsi a "conversare, ridere o scherzare coi colleghi". Per questo l'uomo era stato licenziato e condannato in primo grado e in appello.
Secondo il giudice, infatti, il lavoratore poteva usufruire di una pausa tra le 9 e le 9 e 10. Il lavoratore, che aveva autonomia operativa, era comunque tenuto al rispetto della pausa di lavoro. La sentenza stabilisce inoltre che è lecito il controllo effettuato dal datore al di fuori dell'azienda attraverso guardie giurate, detective privati o con l'ausilio di uno strumento di geolocalizzazione come il Gps.
I giudici della Cassazione hanno ricordato che lo Statuto dei lavoratori impone "modi d'impiego, da parte del datore di lavoro, delle guardie giurate, del personale di vigilanza e di impianti ed attrezzature per il controllo a distanza. I relativi divieti riguardano il controllo sui modi di adempimento dell'obbligazione lavorativa ma non anche comportamenti del lavoratore lesivi del patrimonio e dell'immagine aziendale. Non sono perciò vietati i cosiddetti controlli difensivi, intesi a rilevare mancanze specifiche e comportamenti estranei alla normale attività lavorativa nonché illeciti". I controlli sono legittimi a maggio ragione all'esterno dei locali aziendali, dove cioè "è più facile la lesione dell'interesse all'esatta esecuzione della prestazione lavorativa e dell'immagine dell'impresa, all'insaputa dell'imprenditore".