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Arriva il diritto alla riparazione: dall’1 marzo più facile aggiustare tv, frigoriferi e lavatrici

Dall’1 marzo i cittadini europei hanno accesso al diritto alla riparazione, una serie di facilitazioni per aggiustare i loro prodotti elettronici (e non solo) come tv, frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie: le semplificazioni riguardano soprattutto i pezzi e i manuali per i riparatori professionisti, ma vantaggi ci sono anche per i singoli consumatori.
A cura di Stefano Rizzuti
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Evitare che il ciclo di vita dei prodotti diventi sempre più breve, fornendo ai consumatori ogni possibilità di riparare elettrodomestici, televisori e tanti altri prodotti. A questo scopo dal primo marzo del 2021 tutti i cittadini europei hanno accesso al diritto alla riparazione che vale per diverse tipologie di elettrodomestici e di prodotti di elettronica di consumo. Con l’approvazione del Parlamento Ue è stata quindi introdotta questa misura a sostegno dell’economia circolare. Il Regolamento Ue 2021/341 ha stabilito che la progettazione deve essere eco-compatibile per una serie di prodotti: server e unità di archiviazione dati, motori elettrici e variatori di velocità, apparecchi di refrigerazione, sorgenti luminose e unità di alimentazione separate, display elettronici compresi televisori, lavastoviglie, lavatrici, lavasciuga.

In cosa consiste il diritto alla riparazione

Il Regolamento prevede che “i fabbricanti o gli importatori saranno ora obbligati a mettere a disposizione dei riparatori professionisti una serie di pezzi essenziali (motori e spazzole per motori, pompe, ammortizzatori e molle, cestelli di lavaggio ecc.) per almeno 7-10 anni dall’immissione sul mercato dell’UE dell’ultima unità di un modello”, come ricorda il Corriere della Sera. I produttori saranno obbligati a rendere disponibili i manuali tecnici per i professionisti, mentre per i riparatori amatoriali ci saranno altri vantaggi, anche se minori. Per esempio i produttori dovranno mettere a disposizione “alcuni pezzi di ricambio per diversi anni dopo che un prodotto è stato riparato dal mercato”. Inoltre il tempo massimo di consegna di questi pezzi è fissato a 15 giorni lavorativi dal momento dell’ordine.

Esclusi smartphone e computer portatili

Da anni l’associazione Right to repair porta avanti una battaglia in questa direzione, ma oggi sottolinea come si tratti solamente di un primo passo. L’associazione ritiene che siano ancora poche le tipologie di prodotti che rientrano nel provvedimento, lamentando per esempio l’esclusione di smartphone e computer portatili, proprio i prodotti che spesso risentono di più del problema dell’obsolescenza. Inoltre, secondo Right to repair, i pezzi di ricambio e i manuali non dovrebbero essere forniti solo ai professionisti ma anche ai consumatori. Infine, sono ritenuti non idonei anche i tempi per la consegna dei pezzi di ricambio: 15 giorni lavorativi per alcuni elettrodomestici essenziali, come un frigorifero, sono ritenuti troppi.

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