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E’ stato il Papa in persona a dire “no” alla nomina dell’ambasciatore gay

Non si placano le polemiche sulla mancata accettazione della nomina del francese Laurent Stefanini, omosessuale dichiarato. Francesco esprime il suo netto rifiuto e se la prende con alcuni influenti cardinali, che, invece, appoggiano il diplomatico.
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Papa Francesco
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Non accennano a placarsi le polemiche per la mancata accettazione della nomina del nuovo ambasciatore di Francia presso la Santa Sede, l’omosessuale dichiarato Laurent Stefanini: LaNuovaBq, il più autorevole sito di approfondimento cattolico in Italia, riporta che sia stato lo stesso papa Francesco a dire un forte “no” alla nomina, considerandola una provocazione da parte del governo guidato da Hollande. C’è di più: dal Vaticano trapela che la forte irritazione di Bergoglio sarebbe rivolta non solo nei confronti delle istituzioni francesi, ma anche verso alcuni alti prelati che, con il loro comportamento, hanno non solo avallato ma anche sostenuto la scelta di Stefanini come nuovo ambasciatore. Un rifiuto netto, nettissimo da parte di papa Francesco: no ad un ambasciatore che sia apertamente gay perché questo sarebbe letto da più parti come un cedimento della Chiesa rispetto alla dottrina ufficiale, che continua a ritenere moralmente errata non la tendenza omosessuale, bensì il comportamento omosessuale.

LaNuovaBq racconta che sia il cardinale di Parigi, monsignor André Vingt-Trois che il cardinale camerlengo Jean-Louis Tauran, due tra i più influenti esponenti del mondo cattolico, hanno sostenuto con forza Stefanini trovando davanti il netto rifiuto del Papa, che oggi si sentirebbe “incastrato” dai suoi collaboratori. D’altronde, se Francesco desse il suo “placet” alla nomina di Stefanini smentirebbe il comportamento del suo predecessore, Benedetto XVI, che nel 2007 aveva rispedito al mittente la nomina come ambasciatore francese di Kuhn-Delforge, gay e per giunta impegnato con un altro uomo in una unione civile registrata. Per uscire dall’empasse, riporta la stampa francese, il governo Hollande non avrebbe altra strada che revocare la nomina ed effettuare una nuova.

“Chi sono io per giudicare se uno è gay e cerca Dio con cuore sincero?” Aveva detto papa Francesco nel 2014, in aereo, mentre tornava dal suo viaggio in Brasile. Le prime parole di questa frase erano rimbalzate in tutto il mondo come un chiaro segnale di apertura da parte del pontefice eletto solo pochi mesi prima nei confronti delle persone omosessuali. Quasi tutti, però, hanno dimenticato le parole con le quali papa Francesco continuava il suo discorso: “Il problema è fare lobby di qualsiasi tendenza: lobby politica, lobby massonica e anche lobby gay.” La preoccupazione del Papa, spiega il sito cattolico, sarebbe relativa al fatto che Stefanini possa agire non solo in difesa degli interessi francesci, ma anche di quella lobby omosessuale che, lo hanno insegnato i rapporti di Vatileaks, è presente in Vaticano. Le posizioni di papa Francesco sul tema sono ormai chiarissime: anche se hanno trovao poco spazio sulla stampa, nettissime sono state le sue dichiarazioni contro l’ideologia del gender, nel corso della sua recente visita a Napoli.

Così, Bergoglio, che per mesi è stato osannato come il Papa vicino agli omosessuali, oggi viene accusato di essere una “zavorra per la civiltà.” La grave accusa proviene dal presidente nazionale di Arcigay, Flavio Romani, per il quale “alla prova dei fatti gli alti prelati hanno mostrato il loro vero volto. Quella esercitata nei confronti di Laurent Stefanini, compiacendo alle pressioni di fanatici e gruppi di estrema destra, e' discriminazione, non esiste altro termine per definirla. E chi discrimina e' una zavorra per la civilta', se non addirittura una minaccia.” In realtà, papa Francesco non ha mai cambiato la dottrina della Chiesa in materia di omosessualità. Ha solo fatto più volte notare che, nonostante il Catechismo della Chiesa cattolica dica che gli omosessuali “devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza” e che “a loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione”, i gay sono, di fatto, emarginati dalla comunità ecclesiale. Questo, però, senza cambiare di una virgola il Magistero che recita: “gli atti omosessuali sono contrari alla legge naturale.”

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