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Dylan Dog, il primo fumetto d’autore compie 30 anni

Buon compleanno al più irriverente fumetto italiano, Dylan Dog spegne trenta candeline.
A cura di Silvia Buffo
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Dylan Dog  ha compiuto 30 anni. Correva l'anno 1986 quando Tiziano Sclavi per Sergio Bonelli Editore ideò la prima serie di albi a fumetti. In realtà tutto iniziò l'anno precedente quando Sclavi intuì che si poteva scommettere sulla strada dell'horror, un mood che come quello della fantascienza poteva funzionare. Ed eccolo il Dylan Dog degli esordi, un detective dai connotati un po' noir che si aggira per le strade della Grande Mela con la faccia di Rupert Everett, attore che nell'immaginario di Sclavi, sembrava incarnare perfettamente il personaggio, ancora tutto da inventare e costruire. Ma a quel venerdì 26 settembre 1986, giorno ufficiale della nascita di Dylan Dog, susseguirà presto un'altra data importante, quella del 26 Ottobre 1986, quando uscì il numero 1, "L'alba dei morti viventi" che conquista i consumatori del fumetto:

"È un boom, praticamente esaurito, forse dovremmo ristamparlo"

Queste le parole del distributore, che rimase sbalordito dal successo fulmineo. Oggi, dopo 20 anni il bilancio nelle vendite si riconferma da capogiro, Dylan Dog supera i colossali Mister No e Zagor e conquista il secondo posto dopo il mito Tex. L'indagatore dell'incubo piace a tutti e tutti riesce a sedurre, senza limiti di età. "Autorevole", lo definisce così Umberto Eco, ne parlano anche filosofi e giornalisti, i lettori diventano famelici e a placarli ci penserà Bonelli, sfornando gli "Speciali", quelli che uscivano anche d'estate, i celebri fuoriserie di "Dylan Dog & Martin Mystère" e gli "Almanacchi della Paura".

Il primo fumetto d'autore, dalle librerie al cinema

L'albo mensile, è la ‘chicca' dell'autore, dedizione e cura maniacale mettono sù la grande tiratura del primo "fumetto d'autore". Va a ruba con un milione di copie vendute, batte i manga giapponesi, diviene un cult, un fenomeno di costume, piace ai bambini, agli adulti, alle donne, fa riflettere. E nel 2011 si consacra a divenire memorabile, passando per il grande schermo e tagliando un nuovo traguardo che generalmente avviene al vertice del successo, quando si sfiora la soglia di quella che si può definire ‘storicità'. Il film è "Dylan Dog: Dead of Night", un lungometraggio in cui il protagonista è Brandon Routh, diretto da Kevin Munroe.

Il Dylan Dog tenebroso e difficile che piace a tutti

Quei lati oscuri, quel temperamento così poco scontato, quella notevole dose di anticonformismo piacciono. Merito di Tiziano Sclavi, di cui Dylan Dog è il suo alter ego, chiuso e tenebroso, un eroe alternativo, inquieto, fuori dalle righe, pieno di dubbi esistenziali e di paure, ama tuffarsi a picco in situazioni che non conosce e dimostra, nonostante le sue umane debolezze, una forza, trovando la sua strada nel mondo. Dylan Dog è sempre in bilico, non ha certezze, né legami sentimentali o sociali solidi, ma va per la sua strada sempre e comunque, con quel suo tipico e inconfondibile modo di stare al mondo.

Il ritorno di Dylan Dog, inatteso e spiazzante

Nessuno ci sperava più, nessuno poteva immaginare che Tiziano Sclavi si sarebbe rimesso a scrivere, del resto anche Dylan Dog, il suo alter ego, è sregolato e imprevedibile. L'ultimo lavoro dell'autore fu “Ascensore per l’inferno” e uscì nel giugno 2007, oggi lo Sclavi dell’'Indagatore dell’incubo‘, torna come sceneggiatore, dopo nove anni di assenza, e potrà festeggiare insieme agli estimatori i trent'anni del più eccentrico personaggio del fumetto italiano.

Tiziano Sclavi ritorna a scrivere

Gli estimatori di Dylan Dog non potevano aspettarsi il ritorno di Sclavi dopo una lunga depressione che lo aveva colpito: per quasi un decennio aveva compromesso la sua creatività, abbandonando i suoi Dylan Dog, Groucho e Ispettore Bloch per sua scelta, incapace di scrivere nuove storie sui personaggi da lui ideati e sviluppati. Dopo essersi ritirato a vita privata, dedicandosi alla moglie, inaspettatamente ritorna con un “Dylan Dog” incentrato sull’alcolismo. La scelta non è casuale, l'autore è oggi astemio ma con un trascorso molto pesante che lo aveva costretto ad abbandonare del tutto la scrittura nove anni fa. Di recente aveva pronunciato queste parole in un'intervista al Corriere della Sera:

La scrittura mi ha impedito di vivere. Perciò non scrivo più. Tutti la considerano una débâcle e la cosa mi intristisce, come se uno è ancora vivo solo se scrive. Soffro di depressione da sempre. Poi sono un alcolista, un alcolista che non beve, però uno rimane alcolista per tutta la vita, è stato difficile vivere per me.

Oggi il ritorno di Tiziano Sclavi sulla scena del fumetto è il miglior regalo per festeggiare i trent'anni di Dylan Dog.

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