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Dopo l’Austria, anche Slovenia e Croazia potrebbero chiudere i confini

Zagabria ripristinerà i controlli se Vienna dovesse confermare la sua decisione, in quello che Tomislav Karamarko, capo del maggiore partito di centrodestra e probabile vicepremier nel nuovo governo croato di coalizione, ha definito “un effetto domino”.
A cura di Claudia Torrisi
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migranti fontiere

Dopo l'annuncio dell'Austria di annullare temporaneamente le regole di Schengen sulla libera circolazione in Europa e di aumentare i controlli alle frontiere, adesso la stretta sui confini potrebbe riguardare Slovenia e Croazia. Il governo di Zagabria ha fatto sapere che ripristinerà i controlli se Vienna dovesse confermare la sua decisione, in quello che Tomislav Karamarko, capo del maggiore partito di centrodestra e probabile vicepremier nel nuovo governo croato di coalizione, ha definito "un effetto domino". "L'Europa – ha aggiunto – non può che prenderne atto. Non permetterò che la Croazia diventi un hotspot di migranti". Il governo di Lubiana, invece, ha annunciato in un comunicato che nel caso i suoi interessi nazionali "venissero messi a rischio o se altri Paesi agiranno unilateralmente" la Slovenia sarebbe pronta a mettere in atto "misure concrete" ai propri confini.

In realtà, come ha riferito all'Ansa Karl-Heinz Grundboeck, portavoce del ministero dell’Interno austriaco, Vienna "ha istituito di nuovo controlli temporanei alle frontiere a settembre, e queste misure sono in vigore da quel momento. La durata della proroga dipenderà dal comportamento degli altri Paesi". Decisione che comunque, ha ricordato Grunboeck "rientra nel quadro regolamentare di Schengen". Il governo non ha escluso che il provvedimento possa riguardare anche il Brennero, la principale frontiera con l’Italia, poiché i controlli vengono attivati "secondo le necessità". Secondo il ministro degli Esteri Sebastian Kurz "una possibilità sensata" per risolvere la situazione potrebbe essere "una collaborazione fra Austria, Germania e Slovenia". Kurz ha poi attaccato la cancelliera tedesca Angela Merkel, sostenendo che "è chiaro che politica dell'accoglienza e dell'invito non è la soluzione".

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