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Dipendenti del Senato in agitazione per difendere gli scatti di stipendio

Come rivelano Stella e Rizzo, i dipendenti di Palazzo Madama contestano l’ipotesi dell’abolizione degli scatti automatici in busta paga, meccanismo che per molti di loro si traduce negli anni in un aumento dello stipendio annuo lordo di quasi cinque volte quello iniziale.
A cura di Antonio Palma
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Dipendenti del Senato in agitazione per difendere gli scatti di stipendio

Giornate difficili per i dipendenti del Senato, impegnati in un'agitazione sindacale per difendere il meccanismo degli scatti di stipendio automatici che si vorrebbe abolire come è stato fatto venti anni fa per la maggioranza degli altri dipendenti pubblici. Come rivelano Rizzo e Stella sul Corriere, infatti, per i 938 dipendenti di Palazzo Madama così come per quelli della Camera e degli altri organi istituzionali vige ancora il meccanismo del recupero triennale dell'inflazione e gli scatti di progressione automatici biennali che portano in alcuni casi a quintuplicare nel corso della carriera lavorativa lo stipendio annuale lordo. I sindacati di categoria hanno indetto per oggi un'assemblea per valutare possibili azioni contro la proposta di bloccare questi meccanismi  che, però, dati alla mano sembrano ormai insostenibili pure per il Senato. Come ricordano sempre Rizzo e Stella, infatti, l'automatico rinnovo dei contratti interni, cancellato dal centrosinistra e ripristinato dal centrodestra, pesano su Palazzo Madama tra stipendi e pensioni per  il 43,31% dei costi complessivi.

Scatti che fanno aumentare di cinque volte lo stipendio base – Situazione dovuta in gran parte proprio al meccanismo degli scatti automatici di stipendio. Ad esempio per il livello più basso di assistente parlamentare, quello di commesso, lo stipendio annuo lordo in quaranta anni di carriera si moltiplica attualmente per 4,2 volte passando da 38.059 a 159.729. Ancora meglio va ai segretari che passano nel corso della carriera da 56.766 a 255.549, e agli stenografi che vanno da 67.390 a 287.422. Ma lo scatto migliore è ovviamente per i consiglieri parlamentari, la cui retribuzione nel corso di tutta la carriera lavorativa può passare da 85.415 a 417.037 euro, con un incremento di quasi cinque volte. Come sottolineano i due giornalisti, generalmente si tratta di persone molto preparate che sopperiscono spesso ai limiti dei politici parlamentari,  fatto sta che la loro retribuzione media  è superiore anche a quella di magistrati e diplomatici per non parlare di universitari e medici del servizio sanitario pubblico.

Il meccanismo incide anche sulla spesa pensionistica di Palazzo Madama – A nulla serve per il momento la riduzione di spesa pari a circa 2,5 milioni di euro per il personale dipendente, avvenuta a seguito di riduzione del personale per pensionamenti, visto che questo meccanismo incide pesantemente anche sulla spesa pensionistica di Palazzo Madama. Solo in un anno quest'ultima è aumentata del 7%, mentre nell'arco temporale dal 2008 al 2011 è cresciuta del 19,7%. Unica speranza sono i risultati del nuovo sistema contributivo pro rata che però vedrà i suoi effetti solo nei prossimi anni, mentre ancora per il 2014 Palazzo Madama spenderà quasi 112 milioni di euro per le pensioni dei suoi ex dipendenti.

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