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Delitto di Ancona: il padre del giovane assassino uccise un uomo per motivi passionali

Il padre di Antonio Tartaglia da ragazzo uccise un uomo per ragioni passionali.
A cura di D. F.
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Antonio Tartaglia, il 18enne che ha assassinato Roberta Pierini e ferito gravemente il marito Fabio Giacconi, resta ancora in stato di fermo dopo aver ammesso l'omicidio spiegando di averlo compiuto per "punire" i genitori della sua fidanzata e complice, che ostacolavano la loro unione. Il giovane ha raccontato di essersi procurato la pistola acquistandola da un albanese nel centro di Ancona insieme a due caricatori per la cifra di 450 euro. L'arma è stata quindi gettata in un cassonetto dopo il delitto.

Davanti agli inquirenti il ragazzo ha ricostruito la tragica giornata: intorno alle 12  avrebbe incontrato la sua fidanzatina e insieme sarebbero andati in via Crivelli, ad Ancona. Nell'atrio della casa Antonio avrebbe tirato fuori la pistola porgendola dalla parte del calcio alla sedicenne, e dicendole "sparami tu…". Lei avrebbe respinto l'arma aggiungendo: "Andiamo di sopra a chiarire con i miei". Un chiarimento finito nel sangue, con il padre della ragazza gravemente ferito e la madre uccisa da tre proiettili.

Ora Antonio Tartaglia è detenuto nel carcere di Camerino, dove ha chiesto di avere una cella da solo. E' sottoposto a regime di streta sorveglianza perché in passato ha più volte tentato il suicidio ed è seguito da uno psicologo e da uno psichiatra, anche se al momento non assume psicofarmaci. Intanto è emerso che anche la 16enne, per la quale è stato disposto lo stato di fermo per concorso in omicidio e tentato omicidio, lo scorso 28 ottobre si recò dai carabinieri della stazione di Brecce Bianche, ad Ancona, chiedendo aiuto nei confronti dei genitori : "Voleva andare via da quella casa e andare a vivere con il fidanzato osteggiato dalla famiglia", ha spiegato Luca Bartolini, difensore di Antonio Tagliata. Fu proprio quel giorno che Fabio Giacconi e Roberta Pierini appresero in questura dei precedenti penali di Carlo Tagliata, padre del fidanzato della figlia: quando era minorenne e viveva in Sicilia fu accusato a Siracusa di un delitto passionale in concorso con altri. Per quell'omicidio fu processato dal Tribunale dei minori come esecutore materiale. Temeva che la vittima, dipendente di un negozio di frutta, insidiasse la sua fidanzatina.

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