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Da Artemisia Gentileschi a Frida Khalo: cinque imperdibili mostre a novembre

Da Milano a Roma, il mese di novembre è ricco di appuntamenti con l’arte. Il caravaggismo di Artemisia Gentileschi e il Messico di Frida Khalo sono solo due dei temi imperdibili di quest’inverno che sta per cominciare.
A cura di Federica D'Alfonso
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"Giuditta decapita Oloferne", Artemisia Gentileschi (1620), Galleria degli Uffizi, Firenze
"Giuditta decapita Oloferne", Artemisia Gentileschi (1620), Galleria degli Uffizi, Firenze

La stagione espositiva invernale sta per entrare nel vivo, con tantissimi eventi in programma per il mese di novembre. L'inverno si avvicina, ma il freddo non impedisce ad alcuni dei musei e luoghi di cultura d'Italia di aprire le proprie porte con mostre eccezionali: è il caso del Vittoriano di Roma, con l'importante retrospettiva dedicata ad Antonio Ligabue. o del Museo di Capodimonte che accoglie l'Olanda e la sua arte, per la prima volta in assoluto. Ecco cinque mostre imperdibili da visitare a novembre.

Antonio Ligabue a Roma

"Aratura", Antonio Ligabue
"Aratura", Antonio Ligabue

Dall’11 novembre 2016 l’Ala Brasini del Vittoriano di Roma ospiterà una grande mostra dedicata interamente ad Antonio Ligabue. Oltre cento opere racconteranno i grandi temi che contraddistinguono la sua opera: la natura selvaggia, paesaggi campestri e autoritratti, tutti caratterizzati da un realismo espressionista fuori dal comune. L’esposizione, promossa dalla Fondazione Museo Antonio Ligabue di Gualtieri e curata da Sandro Parmiggiani e da Sergio Negri, mette in mostra capolavori come “Carrozza con cavalli e paesaggio svizzero” (risalente al biennio 1956-1957), “Tavolo con vaso di fiori” (del ‘56) e “Gorilla con donna” (degli anni 1957-1958), accanto a sculture in bronzo come “Leonessa” e “Lupo siberiano” (del 1936).

Una sezione particolare sarà poi dedicata alla produzione grafica, con disegni e incisioni fra i quali spiccano "Mammuth", "Sulki" e "Autoritratto con berretto da fantino". Fino all’8 gennaio 2017, il corpus di opere esposte al Vittoriano daranno la possibilità allo spettatore di entrare per una via privilegiata in quel mondo difficilmente accessibile che Ligabue si è sempre portato dentro: un mondo ai margini della società, visionario e trasfigurante della realtà stessa, espresso nella sua arte che riflette una condizione esistenziale particolare, irrequieta.

Il Messico a Bologna

Diego Rivera e Frida Khalo
Diego Rivera e Frida Khalo

Dal 19 novembre fino alla fine di marzo 2017 l’arte messicana rivive a Bologna: presso lo storico Palazzo Albergati infatti, si prepara una delle mostre più importanti degli ultimi anni, “La collezione Gelman: arte messicana del XX secolo”. Protagonisti artisti come Diego Rivera, Rufino Tamayo, David Alfaro Siqueiros e lei, Frida Khalo. Artemisia Group, organizzatrice dell’evento, sottolinea la peculiarità dell’esposizione, che vuole ripercorrere attraverso ritratti, autoritratti e opere che con la loro incredibile tenacia sono riuscite ad imporsi nel panorama artistico e variegato del Novecento.

Vermeer a Capodimonte

Johannes Vermeer, "Suonatrice di Liuto" (1664), Metropolitan Museum of Art, New York
Johannes Vermeer, "Suonatrice di Liuto" (1664), Metropolitan Museum of Art, New York

Per la prima volta in assoluto, Napoli ospita uno degli artisti più rappresentativi della pittura olandese del Seicento. Grazie ad un accordo fra il Museo di Capodimonte e il Metropolitan Museum di New York, dal 21 novembre 2016 al 9 febbraio 2017 “La Suonatrice di Liuto” di Jan Vermeer cambierà momentaneamente casa, attraversando l’oceano e arrivando direttamente nelle sale della Pinacoteca napoletana.

“La Suonatrice di Liuto” è considerata tra le opere più importanti di Vermeer, dipinta probabilmente nel 1664: ritrae una donna che mentre accorda uno strumento musicale, rivolge lo sguardo fuori dalla finestra. A questo capolavoro unico di luce e armonia verranno affiancate delle tele appartenenti alla Pinacoteca di Capodimonte, con l’intenzione di sottolineare lo stretto legame che lega tra l’arte napoletana e quella olandese del ‘600: centrali, le tre versioni di Santa Cecilia dipinte rispettivamente da Bernardo Cavallino, Carlo Sellitto e Francesco Guarino.

Artemisia Gentileschi a Palazzo Braschi

"Giuditta decapita Oloferne", Artemisia Gentileschi (1620), Galleria degli Uffizi, Firenze
"Giuditta decapita Oloferne", Artemisia Gentileschi (1620), Galleria degli Uffizi, Firenze

Considerata una delle maggiori interpreti dell’arte caravaggesca, Artemisia Gentileschi è una figura che ancora, a distanza di secoli, non smette di affascinare, sia per lo stile e i soggetti inconfondibili, sia per la sua travagliata storia personale: si dice che molte delle sue opere, come la “Giuditta che decapita Oloferne”, siano in realtà un riferimento nemmeno troppo velato alle brutali violenze sessuali subite.

Dal 30 novembre 2016 all’8 maggio 2017 sarà possibile ammirare alcune delle opere più importanti di quest’artista, in una mostra allestita nelle sale di Palazzo Braschi, a Roma. Frutto di un lunghissimo lavoro preparatorio, l’esposizione vanta prestiti da tutti i principali musei del mondo: dal Metropolitan Museum di New York, dal Museo di Capodimonte, dal Wadsworth Atheneum di Hartford Connecticut, dalla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze e dal Národní galerie v Praze di Praga. Opere straordinarie come la Giuditta, “Ester e Assuero”, “Autoritratto come suonatrice di liuto” e moltissime altre saranno finalmente alla portata del pubblico italiano. Accanto alle opere di Artemisia, anche quelle dei suoi contemporanei, come Cristofano Allori, Simon Vouet, Giovanni Baglione, Antiveduto Grammatica  e Giuseppe Ribera.

Bellotto e Canaletto a Milano

Il canal Grande verso Rialto (1723), Venezia, Museo del Settecento Veneziano
Il canal Grande verso Rialto (1723), Venezia, Museo del Settecento Veneziano

Milano invece dedicherà gran parte della stagione espositiva delle Gallerie d’Italia a due maestri del Settecento: Antonio Canal, detto “il Canaletto”, e Bernardo Bellotto. Dal 25 novembre 2016 al 5 marzo 2017 l’esposizione “Bellotto e Canaletto. Lo stupore e la luce”, ripercorrerà la fortuna del “vedutismo” che da Venezia, grazie ai capolavori di questi due maestri, si afferma in tutta Europa nel corso del XVIII secolo. Curata da Anna Kowalczyk, la mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione con la Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda, lo Zamek Kròlewski di Varsavia e il Castello Sforzesco di Milano, e propone oltre 100 opere tra dipinti, disegni e incisioni. Un’occasione unica che testimonia la grandezza della pittura veneziana, in grado di competere e in alcuni casi, superare, rinnovando, le tecniche europee dell’epoca.

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