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Venezia no-gender: ecco i libri per l’infanzia scomparsi dalle scuole

Il nuovo Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha ordinato la “rimozione” dalle scuole della Laguna Veneziana di tutti i libri che parlano di gender, termine anglosassone per indicare lo studio dei significati socio-culturali della sessualità e dell’identità di genere.
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Sembra di essere tornati al 1558 quando la Chiesa pubblicò l' "Indice dei libri proibiti". Ma siamo in realtà nel 2015, e l'artefice di tale censura è l'appena insediato sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che ha indicato alle scuole di trovare e rimuovere dai loro edifici qualsiasi tipo di libro che non parli esplicitamente di "madre e padre".

Il "Gender" è un termine anglosassone per definire gli studi di genere. Tradizionalmente, il sesso e il genere sono visti come sinonimi. Il gender, invece, propone la scissione di questi due termini, vedendo nel primo la distizione uomo-donna dal punto di vista biologico; col secondo, invece, si indicano gli aspetti socio-culturali che portano alla formazione del genere. Esso non è contrapposto al sesso, ma entrambi dipendono l'uno dall'altro. Di conseguenza, qualsiasi libro parli di gender o di genitore 1 e 2 in modo generico, è stato messo all'indice. La circolare è arrivata in tutte le scuole della Laguna.

 Sono così spariti alcuni dei più bei libri per i bambini, che (per assurdo) non seguivano le nuove linee politico-culturali del sindaco Brugnaro. Ecco quali:

1)"Piccolo Blu e Piccolo Giallo" di Leo Lionni, scrittore olandese naturalizzato statunitense, dove si narrano le storia dei due colori che amano giocare insieme ma che, quando si abbracciano per il bene che si vogliono, creano un altro colore, il verde.

2)Mario Ramos, "Il lupo che voleva essere una pecora", un piccolo lupo che viene sbeffeggiato dal branco poiché desiderava avere le ali e volare come le nuvole, che scambia però con le pecore.

3)Mario Ramos, "Il segreto di Lu", dove un Lupo si trova ad andare in una scuola di porcellini dove tutti lo additano come "diverso", fino a che non fa amicizia con uno di loro e insieme si faranno forza.

4)"Il pentolino di Antonino", di Isabelle Carrier, un libro nel quale vengono mostrate le diversità, gli handicap e le diverse situazioni che la vita ci riserva.

5)Luisa Aguilar, "Orecchie di Farfalla", in cui una bambina ha le orecchie molto grandi e viene derisa dai compagni, ma che insegna ad aver rispetto della diversità.

6)Giulia Orecchia Amaltea, "Una Giornata Speciale", in cui tre bambini di cinque, tre e due anni hanno appena conosciuto i loro genitori. Com'è possibile?  È la storia di un'adozione felice.

Il sindaco di Venezia è stato sommerso da flash mob, campagne via facebook e mobilitazioni di autori, editori e cittadini, tanto da esser stato costretto ad intervenire e ad affermare che sulla "lista dei libri" verranno fatte ulteriori ricerce e alcuni testi verranno "liberati". È possibile che la politica stia cercando di controllare la cultura? Di certo non è così semplice: viviamo in un'epoca ben diversa dal 1558, e il sapere non si propaga solo attraverso i libri. Se la scelta fosse stata motivata da ciò, non sarebbe stato altro che un maldestro tentativo superficiale e mal riuscito. Comunque, di qualsiasi linea politico-culturale si voglia parlare, non saranno dei libri per bambini a definire l'educazione delle generazioni, e non è di certo questo il mezzo con cui il gender si diffonde. Sono i cambiamenti socio-culturali che influiscono sulla crescita delle persone, e il contesto è destinato ad evolversi e cambiare. Frenare questo processo con mezzi del genere, risulta alquanto improbabile.

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