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Perché Mahmood e Annalisa nelle classifiche internazionali sono importanti anche per l’Italia

Perché vediamo molti artisti italiani nelle classifiche internazionali? Ecco come fanno ad arrivarci e quanto conta per la discografia nazionale.
A cura di Francesco Raiola
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Annalisa e Mahmood al festival di Sanremo (collage foto LaPresse)
Annalisa e Mahmood al festival di Sanremo (collage foto LaPresse)

Da anni vediamo come album e canzoni italiane – soprattutto in ambito rap e urban – finiscano nelle classifiche delle più ascoltate in al mondo nella settimana d'esordio: da Sfera Ebbasta ai Club Dogo, ma gli esempi sono veramente tanti. E ce ne rendiamo conto anche da qualche giorno, quando alcuni dei protagonisti del Festival di Sanremo sono finiti nelle classifiche internazionali di Spotify e americane, da quella delle canzoni più ascoltate sulla piattaforma di streaming nel weekend d'esordio passando per la Top 50 Global fino alla classifica Billboard 200, ovvero quella americana dei singoli. Ma come è possibile questa cosa? Gli ascolti arrivano veramente dagli Usa o dal mondo? Spesso no, ma la quantità di ascolti italiani riesce a spingere molti artisti nelle posizioni alte di questa classifica, dando senza dubbio un po' di visibilità a quegli stessi cantanti (e la possibilità di rilanciare alla stampa un risultato internazionale).

Lo stato della musica italiana all'estero

Pochi giorni fa sono stati resi noti i risultati di uno studio di FIMI, con dati Deloitte che racconta un aumento di "26 milioni di euro i ricavi dall'export della musica italiana nel 2023, per un totale di entrate da royalties che segna +20%" spiegando come si tratti di una crescita guidata dai ricavi digitali (su dell’11%, arrivando a quasi 21 milioni di euro) e lo stesso rapporto portava gli esempi delle canzoni sanremesi, i cui streaming li avevano portati nelle classifiche internazionali. Insomma, quando si leggono queste classifiche va ben compreso che solitamente queste canzoni sono spinte da ascolti di fan italiani che replicandoli portano un numero tale di streaming da sfondare anche i confini nazionali. Sanremo, poi, è un moltiplicatore di questo effetto, perché il Paese intero, in quel periodo, ascolta a ripetizione quelle canzoni che, infatti, ottengono numeri importanti (Mahmood ha 36 mln di ascolti mentre Geolier segue a 32, per citarne solo un paio).

Perché è importante che artisti italiani siano in classifiche internazionali

Nonostante, però, siano ascolti italiani, questo non significa che la presenza degli artisti italiani in quelle classifiche non abbia un ricasco anche all'estero, almeno per quanto riguarda la popolarità. Lo spiega bene anche Enzo Mazza, Ceo di FIMI, a Fanpage.it: "L’effetto della presenza di artisti italiani nelle top debut di Spotify, anche se dovuti principalmente ai forti ascolti italiani, ha però anche un ritorno di visibilità che fa sì che alcuni poi scalino anche le classifiche di altri Paesi, vedasi il caso di Mahmood dopo il recente Festival. Queste sono opportunità che portano a un costante ricambio a livello internazionale dell’offerta italiana che, come dicevo, spinge però anche il catalogo".

Il successo della musica italiana all'estero

E il catalogo è una delle voci fondamentali dell'industria italiana, soprattutto in questi ultimi anni e con l'esplosione dello streaming che abbatte le frontiere e grazie a cui, spiega ancora Mazza "la musica italiana ha conquistato nuovi spazi in molti Paesi. Non solo l’effetto Måneskin ma anche il catalogo italiano e molti generi musicali hanno trovato nuova linfa a livello globale. L’Italia peraltro è l’unico Paese ad avere un’offerta così diversificata. Non esiste un genere italiano ma un insieme di generi che sviluppano delle eccellenze. L’opera lirica con Pavarotti e tanti cantanti e orchestre che trovano spazio nel mondo, Vivaldi e le quattro stagioni sono in cima agli ascolti a livello globale nella classica, il cross-over di Ludovico Einaudi, Bocelli, la dance di Gigi D’Agostino, Eiffel 65, Graby Ponte e i più recenti Meduza, Laura Pausini ed Eros Ramazzotti nel pop, le colonne sonore di Morricone, i Måneskin come rock band e le più recenti collaborazioni a livello urban come Capo Plaza e Baby Gang".

Sanremo 2024 nelle classifiche

Nei giorni e nelle settimane immediatamente dopo la fine del Festival di Sanremo, le canzoni che hanno gareggiato per vincere la kermesse condotta da Amadeus hanno avuto risultati importanti in termini numerici in Italia spingendole, appunto, anche nelle classifiche internazionali. I brani sanremesi, infatti, hanno occupato le classifiche FIMI dei singoli nelle due settimane successive, per la prima volta la compilation del Festival è stata prima in classifica e la scorsa settimana nelle prime due posizioni della classifica degli album c'erano gli ultimi di Mahmood, Nel letto degli altri, e di Annalisa – questo uscito mesi fa – "E poi siamo finiti nel vortice". Sette delle prime dieci posizioni della classifica delle canzoni più ascoltate su Spotify nel weekend d'esordio erano di Sanremo, con Mahmood a farla da padrona, conquistando il 26° posto nella Topo 50 Global con Tuta Gold, finendo di poco oltre la cinquantesima posizione nella Billboard 200, assieme a Geolier con I p' me, tu p' te, Annalisa con Sinceramente e la vincitrice di Sanremo Angelina Mango con La Noia che è anche in testa alla classifica dei brani più trasmessi dalle radio italiane.

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