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Oggi è la Giornata europea delle Lingue: perché si parla di “lingue” e non di “linguaggi”?

Ogni 26 settembre in tutta Europa si celebra la Giornata delle Lingue. L’evento, voluto dal Consiglio europeo e sostenuto da scuole e associazioni, tenta di riportare in primo piano l’importanza del plurilinguismo e dell’apprendimento delle lingue per una società inclusiva e interculturale. Questo perché la lingua non è solo un insieme di parole: è qualcosa di molto di più.
A cura di Federica D'Alfonso
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Il 26 settembre si celebra la Giornata europea delle Lingue.
Il 26 settembre si celebra la Giornata europea delle Lingue.

Oggi, 26 settembre, ricorre la Giornata europea delle Lingue. L’appuntamento, che ogni anno coinvolge migliaia di persone attraverso iniziative ed eventi, venne indetto nel 2001 dal Consiglio d’Europa per celebrare la diversità linguistica e promuovere la comprensione interculturale. L’apprendimento delle lingue è uno dei processi più complessi con i quali l’uomo faccia i conti, ma è anche quello più naturale: ma a cosa ci riferiamo quando parliamo di “lingua”? E del “linguaggio”? Questi termini sono sinonimi, oppure nascondono significati del tutto diversi?

Lingua e linguaggio, quali differenze?

L’alto numero di modalità con cui l’uomo comunica con altri uomini è affascinante. Non soltanto attraverso la voce, ma anche con i gesti, i suoni, e i simboli: i linguaggi elaborati dall’uomo, o quelli già presenti in natura (si pensi a tutto l’universo di segni utilizzati dalle specie animali per comunicare), sono numerosissimi. Ma perché in questo caso utilizziamo la parola “linguaggio”, e non lingua, per definirli? Perché, in questo caso, si ha a che fare con un sistema di comunicazione che può avere, come dicevamo, tantissime forme d’espressione: il processo di comunicazione si può attivare mediante diversi mezzi, dal suono (e quindi si parla di linguaggio musicale, ad esempio), al corpo, alle parole.

Ed è quando si arriva alle parole che si ha a che fare con la “lingua”, che è un particolare tipo di linguaggio “storicamente determinato, usato da un gruppo di persone ai fini della comunicazione”. Tale distinzione è molto importante, soprattutto per l’estremo valore sociale che assegna alle lingue: la capacità di comunicare attraverso un sistema di segni e simboli verbali è una prerogativa umana, e lo è in un modo estremamente affascinante e complesso.

Le lingue cambiano sempre, si adattano e si trasformano (anche i linguaggi possono farlo, ma si tratta di processi diversi): oltrepassano i confini tracciati dalle cartine geografiche o, in qualche caso, si modellano in base ad essi. Si tratta di uno strumento sociale fondamentale, che caratterizza alcune particolarità culturali ma, se ben usata, non costituisce una discriminante o un fattore di divisione: è proprio in quest’ottica che nasce la Giornata delle lingue. Al momento, nel mondo, esistono fra le 6 e le 7 mila lingue distribuite fra 7 miliardi di persone e oltre centocinquanta stati.

Una proporzione enorme, che dà soltanto una vaga idea della complessità culturale sottesa al discorso sulle lingue: anche se la maggior parte della popolazione mondiale è bilingue o plurilingue, moltissime sono ancora le difficoltà nascoste dietro il discorso interculturale e di scambio proprio dell’apprendimento di parlate diverse. La Giornata europea delle Lingue nasce proprio per far fronte all'incomunicabilità, alla diversità sentita come un pericolo, e alle discriminazioni che possono derivare per il semplice fatto di non condividere lo stesso vocabolario.

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