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Natale: i 5 classici della letteratura da leggere assieme a tuo figlio

Il Natale è sempre stato di grande ispirazione per artisti, poeti e romanzieri. Le atmosfere di festa e il calore umano che si percepisce in questo periodo dell’anno per molti, in diverse epoche storiche, è stata l’occasione perfetta per tornare a riflettere sul valore profondo della solidarietà, dell’amicizia, e dell’amore. In occasione delle feste, ecco cinque grandi classici della letteratura da rileggere per Natale.
A cura di Federica D'Alfonso
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Cinque grandi classici della letteratura da rileggere questo Natale.
Cinque grandi classici della letteratura da rileggere questo Natale.

Natale si avvicina. Le atmosfere di festa, il calore degli affetti e l’importanza dei rapporti umani tornano, in questo periodo dell’anno, a farsi sentire con ancora più forza: e a dirlo sono stati scrittori e poeti famosissimi, che non a caso hanno scelto il Natale come occasione per scrivere alcuni dei testi più belli di sempre. Da un inaspettato J. R. R. Tolkien che scrive di Babbo Natale ad un Pirandello che indaga gli aspetti più profondi dell’animo umano, ai classici di Dickens e Gogol, ecco alcuni dei racconti più belli da rileggere questo Natale.

Canto di Natale, di Charles Dickens

"Canto di Natale" di Charles Dickens.
"Canto di Natale" di Charles Dickens.

Si tratta forse di una delle storie più famose sul Natale, un vero e proprio classico della letteratura mondiale: Canto di Natale” di Charles Dickens venne pubblicato nel 1843, ma ancora a distanza di secoli conserva un fascino e una magia uniche nel loro genere. La redenzione dell’egoista ed arcigno Ebenezer Scrooge, che passa attraverso l’apparizione dei fantasmi del Passato, del Presente e del Futuro, diventa occasione per una favola dura e molto critica nei confronti della società del tempo e, in generale, di tutti i tempi.

Erano un bambino e una bambina. Gialli, scarni, cenciosi, arcigni, selvaggi; ma prostrati anche nella umiltà loro. Scrooge indietreggiò, atterrito. Tentò di dire allo Spirito, il quale glieli additava, che quelli erano due bei bambini; ma le parole gli fecero groppo, anzi che partecipare alla enorme menzogna. "Spirito! son figli tuoi?", domandò Scrooge. "Sono figli dell'Uomo", rispose lo Spirito chinando gli occhi a guardarli. "E a me s'attaccano, accusando i padri loro. Questo bambino è l'Ignoranza. Questa bambina è la Miseria. Guàrdati da tutti e due, da tutta la loro discendenza, ma soprattutto guardati da questo bambino, perché sulla sua fronte io vedo scritto: "Dannazione", se la parola non è presto cancellata". "Non hanno un rifugio?" domandò Scrooge, "non c'è per loro un sollievo?". "E non ci son forse prigioni?", ribatté lo Spirito, ritorcendogli contro le sue proprie parole. "Non ci son forse case di lavoro?".

Ricordo di Natale, di Truman Capote

"Ricordo di Natale" di Truman Capote.
"Ricordo di Natale" di Truman Capote.

Ricordo di Natale” è uno dei tre racconti pubblicati nel 1958 in “Colazione da Tiffany”, opera che diede a Truman Capote fama e notorietà non solo negli Stati Uniti. Molti critici lo reputarono troppo “zuccheroso” e votato ad una nostalgia dell’infanzia che però, nelle intenzioni dell’autore, nasconde anche in questo caso una forte critica sociale che rimette al centro il senso del dono, dell’altruismo e dell’amicizia. Ed è proprio l’amicizia, quella fra due ragazzini, che diventa occasione di un racconto ambientato nel profondo sud degli Stati Uniti nei giorni precedenti il Natale: Buddy e Sook, i protagonisti, ripercorrono tutti i rituali che rendono da sempre il loro Natale speciale.

Le Lettere di Babbo Natale, di J. R. R. Tolkien

"Le Lettere di Babbo Natale" di J. R. R. Tolkien.
"Le Lettere di Babbo Natale" di J. R. R. Tolkien.

In quest’opera pubblicata nel 1976 sono racchiusi oltre vent'anni di un Tolkien affettuoso, premuroso e davvero inusuale: le Lettere di Babbo Natale, infatti, sono quelle che lui, dagli anni Venti fino ai Quaranta, scrisse di suo pugno ogni Natale per i propri figli. Dalla semplice ma niente affatto scontata domanda “com’è fatto Babbo Natale”, fatta dalla sua figlia più piccola, Tolkien trae ispirazione per raccontare il mondo immaginario di Santa Claus e per ricordare ai suoi figli un’unica grande verità: che non bisogna mai smettere di credere alle favole.

Penso che quest’anno appenderai la tua calza per l’ultima volta: spero proprio che lo farai, dato che mi sono rimasti ancora alcuni regalini per te. Dopo questa lettera dovrò dirti più o meno “addio”: voglio dire che ovviamente non mi dimenticherò di te. Qui noi conserviamo sempre i numeri dei vecchi amici e così le loro letterine; e più avanti negli anni speriamo di tornare una volta che loro saranno cresciuti e avranno delle case tutte proprie con dentro dei bambini.

La notte prima di Natale, di Nikolai Gogol

Lo scrittore russo Nikolai Gogol.
Lo scrittore russo Nikolai Gogol.

Questo racconto, pubblicato nel 1832 nella raccolta “Veglie alla fattoria presso Dikan'ka”, è certamente uno dei più inusuali da citare quando si parla del Natale. Nikolai Gogol, con l’ironia che caratterizza tutta la sua poetica, immerge il suo racconto in una Russia rurale avvolta dal gelo della neve, creando un’atmosfera che è stata spunto e occasione per altre numerose opere, anche musicali, ispirate a questo breve testo. Estremamente suggestiva, la storia ha come protagonista un fabbro, innamorato della ragazza più bella del villaggio: il diavolo in persona però si adopera affinché il loro matrimonio non vada a buon fine rubando la luna e le stelle e gettando il villaggio nella totale oscurità.

Sogno di Natale di Luigi Pirandello

Luigi Pirandello.
Luigi Pirandello.

Cerco un'anima, in cui rivivere. Tu vedi ch'ìo son morto per questo mondo, che pure ha il coraggio di festeggiare ancora la notte della mia nascita. Non sarebbe forse troppo angusta per me l'anima tua, se non fosse ingombra di tante cose, che dovresti buttar via. Otterresti da me cento volte quel che perderai, seguendomi e abbandonando quel che falsamente stimi necessario a te e ai tuoi: questa città, i tuoi sogni, i comodi con cui invano cerchi allettare il tuo stolto soffrire per il mondo… Cerco un'anima, in cui rivivere: potrebbe esser la tua come quella d'ogn'altro di buona volontà.

La novella, pubblicata il 27 dicembre 1896, non è l’unica che Luigi Pirandello scrisse sul Natale, ma è forse quella in cui più di tutte la sua visione poetica sull'umanità si dispiega nel modo più limpido e diretto possibile. L’atmosfera irreale della città e l’interiorità di un uomo che, cercando se stesso, trova Gesù, danno vita ad un racconto sognante ma disincantato sul mistero di una gioia immensa che l’uomo, per sua natura, non sempre riesce ad accogliere dentro se stesso.

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