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Massimo Osanna, neo direttore generale Mibact: “Apriamo i musei italiani ai disabili”

Intervista esclusiva a Massimo Osanna, neo direttore generale dei musei dello Stato, già direttore generale del parco archeologico di Pompei. “Esportare il modello Pompei ai musei italiani” dichiara l’archeologo che dal 2014 ha cambiato le sorti del sito campano, trasformandolo in un modello vincente: “Internazionalizzazione, interdisciplinarietà e digitalizzazione le parole-chiave del futuro”.
A cura di Redazione Cultura
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"Internazionalizzazione, interdisciplinarietà, digitalizzazione". Sono le tre parole-chiave del futuro dei beni culturali italiani, secondo il neo direttore generale dei musei dello Stato, Massimo Osanna, già direttore generale del parco archeologico di Pompei. L'uomo dei record di presenze a Pompei, ma soprattutto del fautore di un modello di gestione ammirato anche a livello europeo, si propone di esportare il successo del parco archeologico della cittadina campana al resto dei musei dello Stato.

Nominato pochi giorni fa dal ministro Dario Franceschini, Osanna succederà ad Antonio Lampis al MiBact. Ai microfoni di Fanpage.it, in un'intervista sul presente di Pompei e sul futuro da direttore generale al ministero, Osanna annuncia le novità con riapertura del parco archeologico che gestisce dal 2014, da quando fu scelto da Massimo Bray e dove sono stati messi a disposizione dei visitatori, nel rispetto delle nuove norme anti-Covid, tanti nuovi spazi e attrazioni. "Approfittando della lunga chiusura e del basso afflusso di turisti nei giorni successivi al lockdown" dichiara Osanna "è stato possibile portare a termine una serie di interventi strutturali che per la loro realizzazione richiedevano un minore afflusso di turisti."

"Bisogna esportare il modello-Pompei al resto dei musei italiani" continua Osanna nell'immaginare il futuro dei musei dello Stato nel nostro Paese. "Le parole chiave del futuro?Internazionalizzazione, interdisciplinarietà e digitalizzazione. Le priorità immediate saranno l'accessibilità alle persone con disabilità e la riapertura dei depositi. Non dovranno essere più luoghi dove le opere stanno a impolverarsi, ma biblioteche del sapere e della cultura."

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