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“Il volto di un’altra”: in sala il nuovo film di Pappi Corsicato

Pappi Corsicato presenta il suo nuovo film, allegoria pop di un possibile scenario di ossessioni televisive.
A cura di Daniela Scotto
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il volto

Quante volte abbiamo detto di questa o quella conduttrice, attrice o prezzemolina della tv, che “basta, il suo volto ha stancato”? Pappi Corsicato prende spunto dalla tragedia più grande che può capitare ad un personaggio televisivo, e cioè quello di essere semplicemente sostituito in favore di un volto nuovo, per comporre un’operetta morale, un divertissement di stile, un intreccio di generi che fa dell’apparenza forma e contenuto.

La storia di Belle, interpretata da un’autoironica Laura Chiatti, è al contempo musical, noir, dark comedy. Epoche e stili sono omaggiati nella maniera sempre accurata e attenta ad ogni dettaglio alla quale il regista napoletano ci ha abituato da Libera in poi. Il risultato è un film leggero e divertente, che in molti hanno visto come una critica all’asfissiante predominio dell’apparenza, sul piccolo e grande schermo. Questa lettura è giusta ed evidente, ma il film in realtà contiene anche una più ampia riflessione sulla composizione dell’immagine cinematografica che in questo caso, si fa esempio di raffinatezza.

Raramente in Italia la commedia si accompagna ad un certo gusto per l’immagine, il pubblico è in gran parte, ma non sempre, “vittima” di commedie acchiappa-tutto che prestano scarsa attenzione alla fattura. Di tutt’altra natura è il cinema di Corsicato, sicuramente non destinato alle masse fagocitanti, ma neanche alle nicchie da cineclub.

Phtocall del film "Il volto di un'altra"

Come ci racconta il regista, è la realtà che ha portato al parossismo l’ossessione per l’immagine, di cui il cinema non può che farne una parodia. D’altra parte, format americani come Extreme Makeover, Dr 90210, anche nelle loro goffe riproposizioni  in altri Paesi, dimostrano quanto la televisione possa essere ben più crudele di un film del genere, in cui medici-showman fanno ben più rabbrividire del personaggio di Renè (Alessandro Preziosi), un viscido e disonesto chirurgo in una prestigiosa clinica, presto trasformatasi  in un set televisivo. Tra il cast non poteva mancare l’attrice-feticcio di Corsicato, Iaia Forte, nelle vesti di una caposala un po’ anarchica, mentre ad interpretare Tru Tru, che dalle viscere della società (e della clinica) emerge nella high-society, c’è Lino Guanciale, visto ne Il gioiellino di Andrea Molaioli e nel cast di Vallanzasca di Michele Placido.

La colorata allegoria pop di Corsicato si presta alla narrazione di una possibile realtà, tanto raccapricciante quanto verosimile, utilizzando coordinate stilistiche sempre meglio definite, riconoscibili ormai come una vera e propria firma d’autore.

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