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Opinioni

I nuovi focolai ci dicono che non tutti i contagiati sono uguali

I nuovi focolai, dal mattatoio tedesco a quello di Mondragone in Campania, passando per quello della Moby Zazà al largo delle coste siciliane, sono un’anticipazione del modo in cui le future ondate di contagio (speriamo di no) si abbatteranno in Italia e in Europa, colpendo poveri ed emarginati. Se all’inizio il virus ci è apparso democratico, favorendo un minimo di solidarietà nazionale, nei prossimi mesi promette di non esserlo affatto. E la politica dei comitati elettorali permanenti è già pronta ad azzannare la preda.
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Che cosa hanno in comune i focolai di Mondragone in Campania, quello del distretto del mattatoio di Rheda-Wiedenbrück in Germania e sulla nave Moby Zazà al largo delle coste siciliane? Che si tratta quasi sempre di migranti, spesso irregolari, che provengono da condizioni economiche e sociali che siamo soliti definire ai margini, se non oltre. Benché i lavoratori del mattatoio tedesco, perlopiù proveniente dall'est Europa, non possano essere considerati alla stregua di migranti in fuga dall'Africa verso le sponde del nostro Paese, e nemmeno alla stessa maniera degli abitanti (che continuiamo, troppo semplicisticamente, a definire "i bulgari") dei palazzi ex Cirio di Mondragone, in provincia di Caserta, le similitudini tra questi nuovi focolai ci dicono, al di là di sempre possibili inciampi sociologici, che non tutti i contagiati sono uguali.

E soprattutto ci dicono che le probabili future ondate di contagio da Covid-19, di cui parlano gli esperti, rispetteranno sempre di più una visione classista della società, dove a fare la differenza nella percezione dell'opinione pubblica saranno le condizioni economiche di partenza di chi ne resterà vittima. Insomma, se la prima ondata di diffusione di Coronavirus è stata in un certo senso democratica, consentendo quel minimo di spirito di solidarietà nazionale, la seconda promette di non esserlo affatto. Anzi.

Il rischio è che con la ripresa dei comitati elettorali permanenti, sindrome che affligge più o meno da sempre la nostra classe politica, i nuovi focolai saranno usati da questa o da quell'altra parte per i soliti scopi demagogici. Il gioco dei populisti e dei sovranisti è lo stesso e non cambierà: aizzare le paure, cavalcarle, annullare quel minimo senso di solidarietà tra le persone e poi passare all'incasso (elettorale). Sta accadendo in Germania, a un livello più blando, accadrà a Mondragone ed è naturalmente già successo per i contagiati a bordo della Moby Zazà: nessuno ha perso tempo, tra i sovranisti di casa nostra, a far propaganda sulla vita delle persone. E i malati di ieri sono velocemente diventati gli untori di oggi: focolaio che trovi, strumentalizzazione che fai. Benvenuti nella realpolitik al tempo del virus: ci mancava soltanto questo.

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Scrittore, sceneggiatore, giornalista. Nato a Napoli nel 1979. Il suo ultimo romanzo è "Le creature" (Rizzoli). Collabora con diverse riviste e quotidiani, è redattore della trasmissione Zazà su Rai Radio 3.
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