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Festival della Bellezza di Verona, è polemica: l’hashtag #tuttimaschi diventa virale

Sui social divampa la protesta con l’hashtag #tuttimaschi per stigmatizzare il programma tutto al maschile del Festival della Bellezza di Verona, prestigiosa manifestazione culturale che propone un panel di artisti, scrittori e musicisti esclusivamente al maschile per discutere di eros e bellezza.
A cura di Redazione Cultura
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Un programma di nomi prestigiosi del mondo della cultura e dell'arte quello del consueto Festival della Bellezza che si svolgerà dall'11 al 19 settembre 2020 a Verona. Da Alessandro Baricco a Mogol, da Massimo Recalacati a Vittorio Sgarbi, per arrivare a Umberto Galimberti ed Edoardo Bennato. E molti, molti altri. Unico dettaglio: a discutere di "eros e bellezza" lungo la nove giorni di festival tra l'Arena e il Teatro romano di Verona saranno solo voci maschili. È partito il tam tam sui social, soprattutto su Twitter, con l'hashtag #tuttimaschi, ad evidenziare l'assenza di voci femminili dal parterre di ospiti.

Una tra le prime voci a farsi sentire sui social, non senza ironia, e quella della scrittrice Letizia Pezzali, che scrive: "Il Festival della Bellezza si tiene in Arabia Saudita, presumo. #TuttiMaschi. O mi perdo qualcosa? Correggetemi se sbaglio. Comunque raghe perché non organizziamo un Festival della Bruttezza? Peraltro è un argomento meraviglioso."

Ma la voce dell'autrice di "Amare tutto" (in uscita dal 22 settembre per Einaudi Stile Libero) non è la sola. Altre scrittrici, come Valeria Parrella e Rossella Milone, hanno già rilanciato l'hashtag #tuttimaschi, in attesa di una risposta dall'organizzazione del Festival. Si fa sentire anche la politica, con Lia Quartapelle, esponente del Partito Democratico, che twitta: "Apparentemente non c’è una donna che abbia titoli per parlare di bellezza e eros. Per lo meno al Festival della Bellezza a Verona."

Il tema, al di là di facili semplificazioni e la tentazione sempre in agguato di derubricare queste contestazioni a un presunto politically correct, mette in evidenza un tema fondamentale di espressione e di parità delle condizioni, che già la Commissione Europea ha evidenziato nel suo sostegno al programma #NowomenNopanel.

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