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Aiuti alle città d’arte: per il MiBact Verbania “vale” più di Roma e Napoli

Dall’elenco delle 29 città d’arte ammesse a beneficiare dei contributi a fondo perduto dal MiBact emergono criticità dovute ai parametri scelti: la netta prevalenza del Nord rispetto al Sud e l’assenza di regioni a vocazione turistica come Calabria e Umbria. Fa discutere anche l’attribuzione di un punteggio migliore per città come Verbania rispetto a grandi centri come Roma, Napoli e Torino.
A cura di Redazione Cultura
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Un fondo da oltre 500 milioni di euro per aiutare le città d'arte duramente colpite dal Coronavirus e dalla conseguente crisi del turismo internazionaleA volerlo il ministro per i Beni culturali e il Turismo, Dario Franceschini, nel "decreto agosto" atteso sulla Gazzetta Ufficiale. Il contributo, a fondo perduto, finirà alle attività di impresa di vendita di beni o servizi al pubblico dei centri storici dei comuni capoluogo di provincia o di città metropolitana che, secondo le ultime rilevazioni effettuate dall’Istat, hanno registrato prima del virus presenze di turisti stranieri in numero almeno tre volte superiore a quello dei residenti. Naturalmente presenti tutte le grandi città d'arte, da Venezia a Firenze, passando per Roma, Torino, Napoli, Milano. Tuttavia non mancano paradossi che stanno già facendo discutere nel calcolo di questo parametro adottato dal MiBact .

Aiuti alle città d'arte: Verbania meglio di Roma

Il primo riguarda la ripartizione delle risorse che, secondo i parametri adottati dal ministero, premieranno comprensori metropolitani come quelli di Verbania, in Piemonte, molto più che Roma, Napoli o la vicina Torino, per dirne una.

La seconda criticità, evidenziano da più parti, è la netta prevalenza di città metropolitana del Nord, rispetto a quelle del Sud, tra le 29 città ammesse a contributo. Difatti tra i comprensori meridionali, soltanto 8 (9 considerando anche Cagliari, in Sardegna) accederanno a queste risorse dedicate alle città d'arte nel nostro Paese.

Terzo aspetto, che riguarda sempre la penuria di risorse affidate al Sud, la Calabria è completamente esclusa da questa ripartizione, ma anche l'intera Puglia tranne Bari, fanalino di coda della graduatoria stilata dal ministero. Nessun centro storico ammesso anche di Umbria, Molise e Friuli Venezia Giulia. Mentre la Regione con più capoluoghi ammessi è proprio una regione del Sud, la Sicilia con ben cinque località riconosciute meritevoli di contributo.

A meno di aggiustamenti dell'ultima ora, in ogni caso, questo l'elenco delle città ammesse a beneficiare degli aiuti, la cui importanza sottolinea il ministro Franceschini è particolarmente significativa: "Le città d’arte – ha dichiarato – stanno particolarmente soffrendo della contrazione del turismo internazionale. È necessario sostenere chi vive e lavora in queste realtà, favorendo il più possibile la vitalità del tessuto commerciale".

Come funzionano gli aiuti per le città

L’importo massimo del contributo erogabile è fissato in 150mila euro e non potrà essere cumulato dai ristoratori con l’altro bonus previsto sempre dal decreto, cioè il contributo a fondo perduto per chi sostiene la filiera del Made in Italy al 100 per cento. Per le modalità di accesso, la domanda, l’erogazione con bonifico delle Entrate nei 10 giorni successivi all'istanza, così come per i controlli su chi ha diritto all’aiuto si applicano le stesse regole fissate dal decreto Rilancio.

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