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Crisi in Siria, Gentiloni: “Italia non partecipa ad azioni militari”

La questione siriana ha posto in modo più pressante il problema di trovare presto un esecutivo. Dagli Stati Uniti fanno sapere che non è stata presa ancora una decisione definitiva in merito a un possibile attacco. Ma l’Italia dice no ad un intervento militare.
A cura di Annalisa Cangemi
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"L'Italia non parteciperà ad azioni militari in Siria. In base agli accordi internazionali e bilaterali vigenti, l'Italia continuerà a fornire supporto logistico alle attività delle forze alleate, contribuendo a garantirne la sicurezza e la protezione. Ma non avrà un ruolo attivo". Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni ai suoi interlocutori nei contatti avuti oggi sulla questione siriana.

"Una soluzione stabile e duratura per la Siria potrà venire lavorando per la pace e dando spazio alle Nazioni Unite, a Staffan de Mistura e ai tavoli negoziali perché non si perda la speranza", ha dichiarato il premier dopo il colloquio con i ministri degli Esteri e della Difesa.

E il no ai raid contro la Siria è stato ribadito anche dal centrodestra, durante le consultazioni di oggi al Colle. Roma si allinea così con Berlino: oggi Angela Merkel, in un colloquio telefonico con il premier, ha detto che la Germania non parteciperà a eventuali operazioni in Siria, pur condannando l'uso di armi chimiche. E sulla stessa linea si è schierato anche il leader della Lega Matteo Salvini, che ha assicurato che un eventuale esecutivo di centrodestra sarà pronto a garantire la lealtà alla Nato anche se resta contrario a interventi unilaterali. L'obiettivo sarebbe quella di aiutare un riavvicinamento tra Mosca e Washington.

In carica per gli affari correnti, Palazzo Chigi si ritrova a dover gestire uno scenario complesso che irrompe inevitabilmente anche nelle consultazioni, determinando la necessità di un'immediata accelerazione per la formazione del nuovo governo. Diplomazia è anche la parola chiave invocata da Di Maio: la richiesta è di "massima chiarezza" su quanto è avvenuto a Duma e dunque sull'uso dei gas chimici che sarebbe "intollerabile. "Condividiamo e sosteniamo la posizione assunta dal governo italiano di fedeltà chiara all'alleanza euro-atlantica e di non partecipazione ad azioni militari in Siria, riconfermando che per una soluzione stabile si dovrà lavorare con ulteriore determinazione ai tavoli negoziali delle Nazioni Unite. È chiaro che la fine della crisi non passerà da un conflitto", ha detto il leader pentastellato. Lega e M5S si ritrovano quindi un po' meno distanti sul fronte della politica estera, in sintonia anche con il governo in carica e il Pd.

In serata dalla Casa Bianca, attraverso la portavoce Sarah Huckabee Sanders, hanno fatto sapere che "Nessuna decisione definitiva è stata ancora presa sulla Siria: gli Stati Uniti continuano a esaminare le informazioni di intelligence". Non ci sarebbe insomma alcuna indicazione sui tempi di un possibile attacco. Il presidente Donald Trump  nelle prossime ore parlerà con il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Theresa May. E intanto Il Consiglio di gabinetto britannico ha dato il via libera a Theresa May a continuare a coordinarsi con Usa e Francia per un'azione militare in Siria. Questo è il contenuto di una nota diffusa da Downing Street secondo la quale i ministri hanno concordato con la premier sulla "necessità di agire" e di "dissuadere il regime" di Bashar al-Assad "dall'ulteriore uso di armi chimiche".

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