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Codici pronto soccorso, si cambia: addio ai colori, si userà una scala da 1 a 5

In via di definizione la nuova normativa che regolerà gli accessi e le priorità di intervento nei pronto soccorso italiani: non ci saranno più i “colori”, ma i pazienti verranno indirizzati dal triage secondo una scala che andrà da 1 a 5, a seconda della gravità della richiesta di pronto intervento.
A cura di Redazione
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È un approfondimento di AdnKronos ad anticipare il contenuto delle nuove linee guida in materia di gestione delle attività di pronto soccorso negli ospedali italiani. L'agenzia infatti è riuscita a visionare il documento che sta per essere inviato alle Regioni, che poi dovranno materialmente mettere in pratica la nuova normativa. Si tratta di una modifica importante, in particolare per quel che riguarda la gestione degli arrivi in pronto soccorso e le modalità di classificazione adottate dagli infermieri del triage. La nuova normativa cancella i "colori" e introduce una scala di codici identificativi che andrà da 1 a 5, a seconda della gravità dell'intervento per cui si richiede la prestazione del personale medico e paramedico. In sostanza, come spiega Danilo Bono, del coordinamento tecnico della Commissione Salute delle Regioni, che ha seguito la genesi del piano, quello che è attualmente il codice giallo (per le situazioni di media gravità), viene "spacchettato in due gradi di urgenza: quello che si riferisce al paziente che ha una stabilità e non rischia uno scompenso e quello che si riferisce al paziente più a rischio, il quale andrà monitorato in modo diverso".

I tecnici del ministero spiegano che per i cittadini cambierà poco o nulla, perché inizialmente il sistema di emergenza territoriale manterrà il codice colore e la modifica verrà applicata solo a livello operativo. Per il futuro, invece, si prevede che la nuova codificazione permetterà di gestire meglio le richieste al Pronto Soccorso e costituire un elemento ulteriore di modifica delle strutture dei nosocomi italiani. Il piano prevede infatti anche un allegato per le situazioni di iperafflusso (troppi accessi, poca disponibilità di smistamento interno all'ospedale, difficoltà nel trasferire i pazienti), che costituisce uno dei problemi più gravi del sistema di soccorso territoriale.

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