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Clinica degli orrori, chiesto l’ergastolo per l’ex primario: “Mutilava i malati terminali”

I pm di Milano hanno chiesto la condanna all’ergastolo per Pier Paolo Brega Massone e il suo collaboratore Fabio Presicci per le operazioni “inutili e dannose” all’istituto Santa Rita. I due imputati sono accusati di 4 omicidi volontari e 45 lesioni.
A cura di S. P.
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I pm di Milano Grazia Pradella e Tiziana Siciliano hanno chiesto la condanna all'ergastolo e a due anni e 6 mesi di isolamento diurno per Pier Paolo Brega Massone, l’ex primario della clinica Santa Rita accusato di omicidio volontario per la morte di quattro pazienti. Richiesta di carcere a vita e un anno di isolamento diurno anche per un altro chirurgo, il collaboratore Fabio Presicci. I pm hanno parlato di operazioni “inutili e dannose” all’istituto Santa Rita ribattezzato “clinica degli orrori”. A entrambi i medici sono state negate le attenuanti generiche che invece il pm ha chiesto per un altro collaboratore di Brega, Marco Pansera, per il quale è stata sollecitata la condanna a 18 anni. Infine, sono state chieste per altri quattro imputati pene comprese tra un anno e due anni e due mesi di carcere.

La dura requisitoria del pm – Nel corso della sua lunga requisitoria, il pm Grazia Pradella ha affermato che l’ex primario della clinica degli orrori si è reso autore di “mutilazioni su malati terminali” in alcuni suoi interventi alla clinica Santa Rita: “Se è inaccettabile operare per soldi gente che non ha bisogno di essere operata lo è ancor di più farlo su persone che sono in condizioni generali molto compromesse”, ha denunciato. L’ex primario ha dimostrato – così il pm – di non possedere “il senso dell’umana pietà”. Pier Paolo Brega Massone, arrestato nel giugno 2008 e condannato in appello in un primo filone dell'inchiesta a 15 anni e mezzo, è accusato in questo secondo processo di 4 omicidi aggravati dalla crudeltà e dall'aver commesso il fatto per assicurarsi i rimborsi ottenuti dal sistema sanitario nazionale. Deve rispondere inoltre di 45 lesioni, truffa aggravata dal danno patrimoniale di rilevante entità, falso e appropriazione indebita.

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