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“Charlie deve morire”, i giudici ordinano di staccare la spina contro il volere dei genitori

L’Alta corte di Londra, andando contro la volontà espressa dai genitori del bambino, ha stabilito che i macchinari che tengono in vita il piccolo Charlie andranno disabilitati.
A cura di Davide Falcioni
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I medici staccheranno la spina ai macchinari che tengono in vita il piccolo Charlie Gard, il bambino di soli sette mesi ricoverato al Great Ormond Street Hospital di Londra perché affetto da una rara patologia giudicata incurabile dai dottori. A stabilirlo è stata l'Alta corte di Londra, che è andata contro la volontà dei genitori Connie Yates e Chris Gard. Questi ultimi si erano infatti opposti affermando che fosse possibile ancora salvare il bimbo trasferendolo in un ospedale negli Stati Uniti.

Il piccolo Charlie Gard è affetto da sindrome di deperimento mitocondriale, una patologia che provoca il progressivo e inesorabile indebolimento dei muscoli e per la quale non esiste ancora nessuna cura. Malgrado il bimbo fosse di fatto condannato, i suoi genitori hanno sempre sperato in un diverso esito della vicenda, lanciando una campagna di solidarietà che ha letteralmente diviso in due la Gran Bretagna. Se una parte dell'opinione pubblica riteneva che non fosse giusto rinunciare a sperare in una cura efficace negli Stati Uniti, un'altra ha ritenuto doveroso staccare la spina.

Il bambino è nato il 4 agosto scorso in buone condizioni di salute, ma molto presto i medici si sono accorti che qualcosa non andava. A Charlie è stata diagnosticata una rara malattia genetica che conta solo sedici casi al mondo. Il piccolo è stato intubato intubato e fin da subito è stato chiaro che per lui le speranze di sopravvivere sarebbero state nulle, tanto che i medici quasi all'unanimità si sono espressi affinché non venisse praticato nessun accanimento terapeutico. "Siamo rimasti scioccati e orripilati nell’apprendere che l’ospedale ha chiesto di spegnere il supporto vitale per Charlie", aveva commentato la madre, Connie Yates, 31 anni, al Daily Mail. I genitori avevano provato di tutto e riposto le ultime speranze in un viaggio in America nel tentativo di sottoporlo a una cura sperimentale. I due hanno perfino lanciato una raccolta fondi online, #Charliesfight (la battaglia di Charlie), che raccolto centinaia di migliaia di sterline.

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