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Civati scrive all’Onu: “Per Salvini le carceri in Libia sono all’avanguardia. Ma sono disumane”

Giuseppe Civati, fondatore di Possibile, ha scritto una lettera ad Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, in cui denuncia le violazioni di diritti umani: “Ancora una volta i nostri governi hanno scelto di ‘rimuovere’ la questione dei migranti e delocalizzarla in Libia, in Ciad, in Niger”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Ancora una volta i nostri governi hanno scelto di ‘rimuovere' la questione dei migranti e delocalizzarla in Libia, in Chad, in Niger. L’Onu è una delle poche istituzioni che hanno avuto il coraggio di denunciare la situazione disumana dei campi di detenzione libici, quelli che per Salvini sono all’avanguardia. Ho scritto una lettera ad Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu". Lo ha detto Giuseppe Civati, nella lettera inviata alle Nazioni Unite. Prosegue la campagna di denuncia ‘Voi Sapete' a tutela dei diritti umani.

Nel documento finale redatto e approvato dal Consiglio Ue dei 28 Paesi, si parla della possibile apertura di centri d'accoglienza in Africa, sotto il controllo di Unhcr e Onu, per poter smistare e valutare le domande d'asilo, fuori dalle frontiere europee. Come recita il testo, il piano dell'Ue è anche quello di intensificare "i rapporti e gli accordi con i Paesi di origine e transito dei migranti".

"I leader europei sanno, lo sappiamo – si legge nella lettera di Civati – cosa sta succedendo. Violenza, torture, stupri, schiavitù: questo è ciò che sta accadendo, proprio ora, nei campi di detenzione in Libia, così come lungo le rotte migratorie attraverso il Chad e il Niger, solo per parlare del continente africano. È anche grazie all'Onu che sappiamo con certezza cosa sta succedendo in Libia. Non possiamo fingere di non sapere, come abbiamo fatto prima nella nostra storia".

All'inizio di giugno il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha riconosciuto la colpevolezza di quattro cittadini libici e due eritrei che gestivano "reti di traffico di esseri umani in Libia". Come ha riportato l'Avvenire, uno di loro, Abd al Rahman al Milad sarebbe a capo di un'unità di una Guardia costiera libica, che viene supportata dall'Europa e dall'Italia. L'uomo è accusato di uso delle armi per affondare deliberatamente i barconi carichi di migranti, e di aver portato i profughi nel centro di detenzione di al-Nasr.

Secondo Medici Senza Frontiere "le politiche europee condannano le persone a rimanere intrappolate in Libia o ad annegare". In un tweet l'assocciazione umanitaria ha criticato anche il premier italiano: "Mare Nostrum cancellata, accordo trasferimento rifugiati incompiuto, confini europei chiusi e navi ong bloccate. Conte, è questa l'Europa che vogliamo?".

"Gli stati membri dell'Ue stanno abdicando alla loro responsabilità di salvare vite e deliberatamente stanno condannando le persone a essere intrappolate in Libia o a morire in mare – ha detto il responsabile delle emergenze Karline Kleijer – Lo fanno essendo pienamente consapevoli delle violenze e degli abusi estremi che migranti e rifugiati soffrono in Libia".

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