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Chiuse le indagini per Penati e altri 22, accuse di corruzione e concussione

La Procura di Monza ha notificato la chiusura delle indagini a carico dell’ex vicepresidente del Consiglio Regionale della Lombardia e di altre 22 persone per il cosiddetto sistema sesto.
A cura di Antonio Palma
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Chiuse le indagini per Penati e altri 22, accuse di corruzione e concussione

La procura di Monza ha notificato questa mattina l'avviso di chiusura delle indagini preliminari per uno dei  filoni d'indagine a carico dell'ex vicepresidente del Consiglio Regionale della Lombardia Filippo Penati e di altre 22 persone  che facevano parte del cosiddetto sistema Sesto, dal nome della cittadina milanese in cui è stato sindaco Penati. Per tutti gli indagati, tra cui politici, amministratori locali, dirigenti pubblici e imprenditori, le accuse a vario titolo vanno dalla corruzione alla concussione al finanziamento illecito ai partiti per le presunte tangenti versate e intascate per la ricostruzione e bonifica delle aree industriali ex Falck e Marelli di Sesto San Giovanni e su alcune irregolarità nella gestione dell' autostrada Milano Serravalle. Rimangono aperte le indagini per gli altri filoni che riguardano più nel dettaglio la gestione della società autostradale e gli appalti e le vendite connesse.

Si attende la decisione sul rinvio a giudizio – Il periodo interessato dalle indagini va dal mandato a sindaco di Penati a Sesto fino alla fine del suo incarico a presidente della Provincia di Milano. Per i Pm di Monza Walter Mapelli e Franca Macchia a Filippo Penati e ai suoi sodali sarebbero stati versati decine di milioni di euro in nero da parte di numerosi imprenditori che sarebbero stati favoriti nella corsa agli appalti nella zona. Per tutti ora si attende la richiesta di rinvio a giudizio su cui dovrà esprimersi il giudice per le indagini premilitari e che potrebbe portare al vero e proprio processo.

La fondazione strumento per occultare le somme di denaro – Nell'inchiesta che ha portato alla luce il sistema di corruzione nel centrosinistra milanese è emerso che la Fondazione Fare Metropoli secondo i Pm era solo un "mero schermo destinato a occultare la diretta destinazione della somma a  Filippo Penati". Tra gli accusati il braccio destro di Penati Giordano Vimercati, l’imprenditore Piero Di Caterina, l’ex presidente di Bpm Massimo Ponzellini e il presidente della Banca di Legnano Enrico Corali.

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