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Chiomonte, nuovi scontri tra No tav e forze dell’ordine

A causa dei lavori di allargamento, questa mattina alcuni attivisti No tav hanno cercato di penetrare nel cantiere. Ne è seguito uno scontro con la polizia.
A cura di Alfonso Biondi
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No Tav

Tensione in Val di Susa, dove si sono registrati nuovi scontri tra gli attivisti no Tav e le forze dell'ordine. A innescare la rabbia dei manifestanti sono stati i lavori di ampliamento del cantiere di Chiomonte, iniziati questa mattina attorno alle 6. Secondo quanto riportato dalla Questura, alcuni manifestanti, verosimilmente riconducibili alla frangia estremista del movimento, avrebbero cercato di tagliare le recinzioni che delimitano il cantiere per entrarvi. Le forze dell'ordine che scortavano gli operai hanno reagito utilizzando dei lacrimogeni. A loro volta i no Tav si sarebbero difesi dando vita a un fitto lancio di sassi. Gli scontri hanno generato parecchia apprensione, ma i lavori, almeno per ora, non hanno subito alcuna interruzione.

E l'aria a Chiomonte sta diventando sempre più pesante. Già, perché gli attivisti stanno dando vita a una vera e propria mobilitazione sul web e sui social network al fine di portare in Val di Susa altri manifestanti e, quindi, bloccare il cantiere. Dal canto loro, le forze di polizia hanno chiesto dei rinforzi:  da Torino e Bardonecchia sono pronti a raggiungere Chiomonte diversi uomini della polizia e dell'arma dei carabinieri. Insomma non è improbabile che la giornata di oggi possa serbare altri scontri. E le violente scene viste lo scorso 27 giugno non paiono poi così lontane.

Quello che è accaduto questa mattina rappresenta un film già visto la settimana scorsa: allora, sempre in occasione di un allargamento, circa cento manifestanti "marciarono" verso il cantiere e due di loro, dopo esser saliti su una gru, riuscirono ad interrompere i lavori per un paio d'ore.

Il movimento No Tav è un movimento di protesta che si oppone alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità che dovrebbe collegare Torino a Lione. Alla base del dissenso la presunta inutilità e pericolosità dell’opera.

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