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Caso Regeni, New York Times: “La polizia egiziana credeva fosse una spia”

Tre fonti egiziane vicine ad ambienti investigativi hanno detto al New York Times che Giulio Regeni era stato arrestato perché sospettato di essere una spia.
A cura di Davide Falcioni
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Giulio Regeni potrebbe essere stato scambiato per una spia e per questo arrestato e torturato prima di essere ucciso. E' la tesi avanzata dal New York Times, che è riuscito a intervistare tre fonti egiziane vicine agli investigatori. I tre avrebbero detto che il giovane ricercatore friulano è stato catturato da alcuni agenti di polizia il 25 gennaio scorso. Una delle fonti avrebbe aggiunto che Regeni è stato portato via in quanto avrebbe avuto una reazione brusca con un poliziotto: "Era stato molto scortese ed aveva agito come un duro", ha spiegato la fonte, che come le altre due è voluta rimanere anonima.

Secondo i tre egiziani vicini ad ambienti investigativi Regeni  avrebbe sollevato sospetti negli agenti che, rovistando sul suo telefono cellulare, avrebbero trovato contatti di attivisti legati ai Fratelli Musulmani, formazione islamica messa al bando da al Siri e in passato guidata da Morsi, primo presidente eletto nel paese in seguito a elezioni democratiche dopo la caduta di Mubarak. Ma ancora: i poliziotti avrebbero trovato anche i contatti di militanti del Movimento 6 Aprile, uno dei protagonisti della rivolta che portò alla caduta del regime nel 2011. La tesi dei tre egiziani è dunque la seguente: i poliziotti credevano che Regeni fosse una spia. Chi altri, infatti, avrebbe potuto avere l'interesse di studiare i sindacati e avvicinarsi a movimenti di protesta?

Ma sempre il New York Times ha intervistato un testimone che ha confermato che Regeni è stato fermato da due agenti: uno gli avrebbe controllato i documenti mentre l'altro sequestrato lo zaino. Il friulano sarebbe quindi stato caricato in auto e portato via. Secondo il testimone, uno dei due agenti di polizia avrebbe fatto domande sul giovane ai residenti del quartiere nei giorni precedenti la sua scomparsa.

Le tesi esposte dal New York Times confliggono con le dichiarazioni del ministro egiziano degli Interni, Magdy Abdel Ghaffar, che l'8 febbraio  aveva seccamente escluso l'ipotesi dell'arresto di Regeni perché sospettato di essere una spia. "Trattiamo il caso del giovane italiano come fosse un egiziano. Regeni non era mai stato arrestato da qualsiasi organo della polizia. Si tratta sicuramente un atto criminale".

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