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Caso Boni, Bossi: “Usano tutti i mezzi per distruggerci”

Il senatùr punta il dito contro le ritorsioni dei giudici, cui non andrebbe a genio la dura opposizione del Carroccio in Parlamento. Nei piani alti del partito, però, c’è chi storce il naso. Sui social network grande solidarietà al Presidente del Consiglio regionale.
A cura di Alfonso Biondi
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Davide Boni

La batosta per il Carroccio è stata di quelle pesanti. Davide Boni, Presidente del Consiglio regionale della Lombardia e militante leghista di vecchia data, è indagato dalla Procura di Milano per corruzione per un presunto giro di tangenti. Per gli inquirenti le mazzette ammonterebbero a oltre un milione di un euro ed è possibile che parte di quei quattrini sia finita nelle casse del partito. Il politico leghista, appena appresa la notizia dell'avviso di garanzia, s'era subito proclamato estraneo ai fatti a lui contestati: "Confermo la mia piena disponibilità a chiarire la mia posizione e la mia estraneità con gli organi inquirenti, in modo da poter fare piena luce sulla vicenda nei tempi più rapidi possibili”- aveva dichiarato ieri Boni.

Bossi: "Usano tutti i mezzi per distruggerci"- La linea difensiva del partito, come al solito, l'ha dettata Umberto Bossi."Vogliono distruggerci. Usano tutti i mezzi, ma non ci riusciranno. Anzi, la Lega prenderà ancora più voti. Chissenefrega dei giudici"- avrebbe sentenziato il senatùr: a suo dire, infatti, l'accerchiamento di Boni da parte della magistratura milanese sarebbe soltanto una sorta di ritorsione per la dura opposizione che la Lega sta facendo in Parlamento. Insomma, i giudici vogliono "colpire chi è fuori dal coro". Dichiarazioni, quelle del leader del Carroccio, che sono poi passate di bocca in bocca tra gli ali dirigenti di partito. A partire da Giampaolo Dozzo, capogruppo del partito a Montecitorio, che punta il dito contro il comportamento dei giudici: "Visto che una settimana dopo la presentazione dell'emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati è arrivato un avviso di garanzia al firmatario di quel testo (Gianluca Pini), non ci sorprende affatto che i magistrati abbiano un occhio di riguardo nei nostri confronti". E l'ipotesi complottista resta la più probabile anche per l'europarlamentare Matteo Salvini, che, riferendosi alle azioni dei magistrati e al ruolo di opposizione della Lega, parla di "una strana coincidenza".

Le due leghe- La linea di Bossi, quella del complotto, fa proseliti nei militanti, ma, di fatto, divide i piani alti del partito. Se da una parte c'è chi accusa i giudici di una ritorsione nei confronti del Carroccio, dall'altra c'è chi vorrebbe ricondurre l'accaduto alla faida interna, al momento dormiente, tra "barbari sognanti" e bossiani. Davide Boni era inizialmente un uomo di Calderoli, poi, recentemente, è stato collocato nell'orbita maroniana. Ecco perché il sindaco di Treviso Gobbo, bossiano di ferro, non s'è schierato apertamente dalla parte di Boni: "Sarà lui a decidere cosa fare. Ma se io fossi in lui mi dimetterei da presidente oggi stesso"- ha dichiarato Gobbo. E nel partito non sono mancate le facili ironie da parte dei bossiani sul "Partito degli onesti" che andava predicando Maroni.

La solidarietà dei militanti sui social network- Intanto sui social network si moltiplicano i messaggi di solidarietà al Presidente del Consiglio regionale lombardo. Sul profilo facebook di Boni è facile imbattersi in frasi del tipo "Ciao Davide! tegn dur mola no!!!!"; "Mai mulà, caro amico… ciao :)"; "Davide, siamo tutti con te…. non ci crederò mai!!!"; "Innocente o colpevole la mia amicizia non cambierà, anzi aumenterà. Per me sei una persona pulita e umana DB 4EVER"; "Chiaramente non ci credo". Ieri sera, Boni ha scritto su twitter: "Vi ringrazio tutti. Appena posso vi rispondo ad uno ad uno in posta, buona serata, io non mi arrendo have a nice evening". Questa mattina, poi, un nuovo messaggio sia su twitter che su facebook: "Buongiorno. Eccomi, scusate il ritardo…nottata un po' agitata…ora però sono in ufficio oggi sarà una giornata lunga….comunque vi auguro ogni bene…si comincia con gli appuntamenti".

Il Pd chiede le dimissioni di Boni. Formigoni: "Andiamo avanti"- Il giorno dopo la tempesta, il Partito democratico è tornato a chiedere le dimissioni di Boni da Presidente del Consiglio regionale. Sara Valmaggi (Pd), uno dei due vicepresidenti del Consiglio regionale, non solo ha chiesto a Boni di farsi da parte, ma ha alzato il tiro sull'intera maggioranza regionale: "Il dato politico– ha sottolineato la Valmaggi- è l'incapacità di tenuta di questa maggioranza, di cui il presidente Roberto Formigoni dovrebbe prendere atto. Il vero risanamento passa dal ritorno alle urne". Il governatore della Lombardia, però, non intende fare alcun passo indietro: "Stiamo ottenendo risultati importanti, la nostra azione di governo proseguirà"- ha dichiarato Formigoni, ribadendo che le 4 incriminazioni (Penati, Nicoli Cristiani, Ponzoni e Boni) su 5 componenti dell'ufficio di presidenza, pur determinando un quadro grave, "rappresentano responsabilità personali e non toccano l'attività della giunta".

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