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Botte in caserma, la denuncia di Giulia: “Io vittima di nonnismo, frustata dai compagni”

Il trattamento subito dalla ventenne Giulia Jasmine Schiff, allieva ufficiale di complemento dell’Aeronautica militare poi espulsa , ora è al vaglio della Procura militare di Roma a cui la ragazza si è rivolta con tanto di video per denunciare l’accaduto. Secondo la giovane la sua cacciata “per insufficiente attitudine militare” sarebbe stata una punizione per ave r rivelato in pubblico quanto subito.
A cura di Antonio Palma
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Presa a sberle, spinta con la testa contro una struttura metallica e infine gettata in una piscina e di nuovo colpita in testa dai suoi stessi commilitoni in quello che doveva essere un rito di iniziazione per gli aspiranti piloti dell'aeronautica. È il trattamento subito dalla ventenne  Giulia Jasmine Schiff,  allieva ufficiale di complemento dell’Aeronautica militare, durante il suo corso di addestramento e ora al vaglio della Procura militare di Roma. A denunciare tutto con tanto di video è stata la stessa giovane veneziana che nel frattempo è stata espulsa dall'accademia per "insufficiente attitudine militare". Come Racconta il Corriere della Sera, il sogno di Giulia era uno solo, volare. Per questo, dopo l’Istituto tecnico aeronautico, si era presentata al concorso per l’ammissione di dieci allievi ufficiali di complemento dell’Aeronautica piazzandosi quarta su quasi duemila iscritti.

Un sogno che sembrava avverarsi anche grazie al primo posto al tirocinio ma che improvvisamente si è infranto  nel settembre scorso quando una commissione l'ha espulsa dall'accademia "per insufficiente attitudine militare". Dietro quella scelta, secondo la ventenne,  in realtà si sarebbe un accanimento contro di lei dopo aver parlato pubblicamente proprio del rito a cui era stata sottoposta durante il periodo della Scuola di volo a Latina. Una pratica nota come "battesimo del volo" a cui pare siano sottoposti  tutti gli aspiranti piloti. "Io ero contraria, loro irremovibili" ha raccontato Giulia parlando anche di frustate ricevute dai colleghi. Nel video si vede lei che si lamenta e subisce mentre tutti ridono, ma anche gli applausi e le strette di mano finali a dimostrazione che si tratta comunque di un rito.

Quando ha deciso di parlarne al suo ritorno all'accademia di Pozzuoli, però, per lei sarebbe scattata una sorta di rappresaglia. "Mi punivano per qualsiasi sciocchezza, una pesca addentata a un metro dalla zona consentita, una chiacchiera sulle scale…"ha raccontato la ragazza. Questo accentua la sua insofferenza e fioccano lettere di biasimo, rimproveri e consegne. Fino alla fatidica decisione di mandarla via per "numerose mancanze nel rispetto delle vigenti regole dell’Istituto, delle norme di vita interna dell’Accademia, nonché di quelle impartite dal Comando". "Dopo i fatti di Latina c’è stata una carenza dell’istituzione a capire la progressiva emarginazione di Giulia, che ha cercato invano un canale di dialogo e ha avuto un crollo emotivo" ha spiegato l'accovonato della giovane. Sul caso è intervenuto anche  il ministro della difesa Trenta  che ha chiesto immediatamente chiarimenti allo Stato Maggiore dell'Aeronautica sulla vicenda. Lo si apprende da fonti della Difesa. "E' un fatto gravissimo, che sto seguendo con attenzione. C'e una indagine in corso e chi deve pagare, pagherà'", ha detto il ministro Trenta parlando al suo staff.

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