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Bossi rilancia la secessione: il popolo padano non può più mantenere l’Italia

Durante la festa dei popoli padani a Venezia, il senatur ha assecondato gli umori della piazza rispolverando i vecchi cavalli di battaglia leghisti, tra cui la secessione.
A cura di Alfonso Biondi
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Festa dei popoli padani

Da Venezia con furore. La festa dei popoli padani di ieri nel capoluogo Veneto ha cercato di ravvivare l'entusiasmo del popolo padano, in un momento in cui la disaffezione per la politica e per i partiti è all'ordine del giorno. Serviva quindi un colpo ad effetto. E Umberto Bossi, da leader consumato, ci ha provato: "Bisogna trovare una via democratica forse referendaria perché un popolo importante e lavoratore come il nostro non può essere costretto a continuare a mantenere l'Italia" ha affermato il senatur, alimentando così le speranze dei supporter leghisti che lo hanno accolto al grido di "Padania libera" e "Secessione, secessione". Il leader del Carroccio ha quindi assecondato in toto gli umori della piazza:

La soluzione è la secessione. Come si fa a stare in un paese che sta dirittura perdendo la democrazia giorno per giorno? Se qualcuno pensa che il fascismo è finito mi sembra sia ritornato con altri nomi e altre facce, addirittura hanno aggredito i corridori del giro di Padania. Per dire come sia il sistema italiano che non sa più essere democratico.

Festa dei popoli padani della Lega a Venezia

Un ritorno alle origini battagliere del partito sul quale Bossi e i suoi hanno dimostrato di fare molto affidamento negli appuntamenti fissi e, se volete, anche un po' folkloristici del partito. Era accaduto già a Pontida, dove lo scorso 19 giugno lo stato maggiore leghista aveva rispolverato  i vecchi cavalli di battaglia- Padania libera, Roma ladrona, secessione- e dato una sorta di penultimatum al governo per quanto riguardava la guerra in Libia e la riforma fiscale.

E'  accaduto ieri a Venezia, dove il Carroccio ha cercato di dare un'altra mano di verde allo sbiadito senso di appartenenza del proprio elettorato. "A chi dice che la Padania non esiste dico che esiste e paga per tutti. E ci sono persone disposte a combattere" ha aggiunto il Senatur prima di annunciare una grande manifestazione in primavera. Bossi ha inoltre tranquillizzato i militanti sulla necessità della manovra economica, rivendicando però i meriti della Lega per quanto riguarda il salvataggio delle pensioni.

Anche gli interventi di Calderoli e Maroni hanno cercato di scaldare il cuore dell'elettorato padano. Il primo ha dichiarato che  "Bossi darà l'ordine di battaglia" e, riferendosi alla Svizzera, che "al posto delle province avremo i cantoni e mi auguro che questi cantoni realizzino davvero la Padania"; il secondo, invece, ha posto l'accento sulla battaglia federalista che il Carroccio sta combattendo all'interno delle istituzioni. Insomma, guerra, secessione, federalismo, cantoni e Padania libera: la Lega è tornata alle origini. Ma, forse, solo per un pomeriggio veneziano.

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