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Biotestamento fermo in Senato: la campagna “#fatepresto” per velocizzare la legge

Per chiedere alle istituzioni di velocizzare l’approvazione della legge sul Biotestamento nasce la campagna #fatepresto, che prende il nome dal comitato che l’ha lanciata. Oltre un centinaio di politici e di personaggi della cultura hanno aderito all’appello, tra cui Saviano e Rosy Bindi.
A cura di Annalisa Cangemi
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Un appello per sbloccare la legge sul fine vita ferma in Senato. Nasce la campagna dal titolo "#fatepresto", sulla scia della lettera inviata dal cattolico Michele Gesualdi, allievo di Don Milani, ed ex presidente della Provincia di Firenze, che ha chiesto ai presidenti di Camera e Senato di velocizzare l'iter della legge: è malato di Sla e non vuole soffrire. Gesualdi ha detto: "Non si tratta di favorire l'eutanasia, ma solo di lasciarmi libero di scegliere". Dopo le sue parole è nato spontaneamente un comitato: più di cento esponenti del mondo politico e culturale hanno aderito, tra cui Pier Luigi Bersani, Rosy Bindi, Roberto Saviano, Beppe Civati, Maria Antonietta Farina Coscioni, Nicola Fratoianni, Roberto Speranza, Tomaso Montanari, Sandra Bonsanti.

L'appello vuole sollecitare le istituzioni, e chiedere che si arrivi al voto il prima possibile. Il Biotestamento è bloccato da oltre sei mesi. La senatrice Emilia De Biasi (Pd) ha deciso di dimettersi da relatrice: era l'unico modo per mandare subito il testo in Aula e saltare la discussione dei tremila emendamenti. Il comitato #fatepresto ha spiegato le ragioni di questa campagna, partita dalla richiesta di Gesualdi: "Ci ha spinto a scendere in campo per chiedere di accelerare l’approvazione della legge sul testamento biologico, con la dichiarazione anticipata di volontà del malato colpito da patologie degenerative che non hanno speranza di guarigione".

Ieri il Papa si è espresso sul fine vita: "È moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito "proporzionalità delle cure"". Non esattamente una frase di "apertura" all'eutanasia, che continua a non essere riconosciuta dalla Chiesa. Papa Francesco ha piuttosto ribadito che la scelta di sospendere le cure deve essere lasciata al paziente, per evitare l'accanimento terapeutico, quando non è più utile. Ma Rosy Bindi, che ha firmato l'appello per continuare la battaglia politica, ha detto che il Papa si è spinto oltre: "Perfino il Papa, con le dichiarazioni di oggi sul fine vita, ci ha superato”.Anche l'allievo di Don Milani ha accolto positivamente le dichiarazioni del Pontefice: "Papa Francesco è un dono e riesce a capire perfettamente le sofferenze delle persone”. 

La risposta della Boldrini alle parole del Papa

"Quella del Papa sulla possibilità di sospendere le cure è una riflessione importante che tutti dovremmo tenere a mente". Così il presidente della Camera Laura Boldrini ha chiarito la necessità di intervenire sulla legge sul Biotestamento, che ha già ottenuto l'ok della Camera. "Abbiamo un provvedimento all'attenzione del Senato sul fine vita, molto equilibrato. Ho chiesto che si faccia uno sforzo per approvarlo in via definitiva perché va incontro alle necessità di molte persone che stanno male e di tante famiglie. E anche dei medici che si trovano a gestire queste situazioni. Nonostante la delicatezza del tema penso che il Parlamento non possa evitare di esprimersi".

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