595 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Baumgartner: “Record? Io pensavo solo a tornare vivo!”

Storia di un impresa, quella di Felix Baumgartner per Red Bull Stratos mission che ha incollato oltre 7 milioni di spettatori in tempo reale su Youtube: “A volte bisogna andare veramente in alto per capire e vedere quanto siamo piccoli”.
595 CONDIVISIONI
felix-baumgartner-lancio-nel-vuoto

"Quando sei lì al record non ci pensi più. Pensi solo a tornare vivo". Queste le prime parole di Felix Baumgartner ai giornalisti, pochi istanti dopo aver portato a termine la Red Bull Stratos mission e polverizzato lo straordinario record di essere il primo uomo a superare il muro del suono in caduta libera. E sono stati attimi di tensione, tra continui rinvii a causa del vento, fino a quei lunghi e interminabili istanti che ritardavano il lancio. "La pressurizzazione della cabina deve scendere", ordinava Joe Kittinger dalla base, lui che aveva raggiunto i 30.000 metri con un pallone aerostatico cinquant'anni prima e che adesso aveva preso a cuore l'impresa di Felix come fosse suo padre. Quei momenti sono stati visti da oltre 7 milioni di spettatori in tempo reale sulla diretta streaming su Youtube: eravamo tutti lì a fare il tifo per Felix. Quando finalmente la pressione all'interno della capsula raggiunge un livello accettabile con l'esterno, il portellone si apre e Felix può finalmente saltare.

Il lancio nel vuoto – Un attimo per guardare cosa c'è sotto di te, un ultimo respiro, secco e teso, poi il lancio. Una caduta verticale di 39mila metri, non più i 36mila previsti, che il 43enne ha saputo governare solo fino a quando non ha raggiunto il muro del suono: i 1341 km/h gli fanno perdere il controllo del corpo e per quaranta lunghi secondi gira come una trottola. Sono gli attimi più terribili della missione. Kittinger appare calmo, dalla voce tradisce emozione e paura: "Parla Felix, parla". Silenzio. Poi si sente la sua voce, affannata e distante. Scoppia l'applauso dalla base, le telecamere pescano la madre in lacrime di felicità, Felix ce l'ha fatta e poco importa se il paracadute lo ha aperto, perché disorientato, a 4000 metri e non a 1500 (in questo caso poteva superare anche la caduta libera più lunga). Le sue parole una volta a terra ci restituiscono l'uomo normale, non il supereroe che ha mostrato di essere e che è: "A volte bisogna andare veramente in alto per capire e vedere quanto siamo piccoli".

Dove l'uomo può spingersi – Non era certo soltanto una trovata pubblicitaria della Red Bull, la missione realizzata in collaborazione con alcuni ingegneri della Nasa ha una sua finalità: capire dove il corpo umano può spingersi in condizioni così estreme. L'obiettivo è sviluppare nuove tecniche di salvataggio per gli astronauti, oltre ad aver sperimentato la nuova tuta pressurizzata che ha consentito a Felix di rimanere in vita a quell'altezza.

595 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views