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Bambini cristiani venduti come schiavi: il tariffario Isis

La relazione shock arriva dal presidente del Comitato Diritti Umani della Camera Mario Marazziti, appena rientrato dal Kurdistan.
A cura di Davide Falcioni
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Centoquaranta euro per un bambino o una bambina di età compresa tra uno e 9 anni. E' il prezzo che l'Isis paga per uno schiavo, secondo quanto riferito da Mario Marazziti, presidente del Comitato diritti umani della Camera dei deputati, rientrato di recente da Erbil, nel Kurdistan iracheno: "E' la merce di maggio valore", spiega il parlamentare di Scelta Civica, che avrebbe ottenuto il tariffario da "fonte attendibile": "Considerato che il tasso di cambio per un euro è di 1443 Dinari Iracheni, un bambino o una bambina da uno a nove anni costa circa 140 euro, un po' meno di 200 dollari. E' la merce di maggiore valore. Sia yazidi che cristiani. Sotto i 50 euro la ‘merce' di minore valore, le donne oltre i 40 anni. Prezzi intermedi, sotto ai 100 euro, per le donne cristiane o yazide tra i 20 e i 30 anni e tra i 30 e 40 anni. E' una mostruosità che fa parte del genocidio e che accade mentre parliamo", ha spiegato Marazziti.

Il presidente del Comitato diritti umani ha spiegato come, contemporaneamente alla risposta militare, sia necessaria quella umanitaria. Un ritardo in questo senso "favorirebbe il progetto Isis di pulizia etnica e la scomparsa definitiva dalla regione dei cristiani, degli yazidi, dei turcomanni, delle minoranze sciite e di tutte le altre comunità religiose millenarie". "La guerra in corso, che coinvolge Siria e Iraq, e che con il Califfato vuole ridisegnare i confini dell'intero Medio Oriente spazzando via tutte le minoranze, yazidi, cristiani, torcomanni, sciiti, shabak e sunniti che non si sottomettono, con un vero e proprio genocidio, fisico, culturale e religioso, ha creato nel Kurdistan iracheno una emergenza umanitaria di dimensioni gigantesche – ha proseguito – più di un milione di profughi, siriani in fuga dalla guerra e in gran parte con nuovi arrivi di massa dalla Piana di Ninive, dopo l'inizio di agosto, sono una cifra gigantesca, un quinto della popolazione, una catastrofe umanitaria. Come se in Italia, in Francia o in Gran Bretagna negli ultimi due mesi fossero arrivati 12, 15 milioni di profughi e sfollati. E' bene capirne le proporzioni, in un tempo in cui in Italia cresce il fronte di chi dice nemmeno un immigrato in più dal Mediterraneo e si vuole interrompere l'operazione Mare Nostrum, senza alternative efficaci, quando ha salvato direttamente più di 100mila vite umane di persone fuggite dalle guerre"

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