14 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Yara Gambirasio, parla il papà: “Sogno di vedere il suo sorriso sul viso dei bambini”

Il papà di Yara Gambirasio parla in occasione della presentazione di una associazione che porta il nome di sua figlia, uccisa nel 2010: “Vorrei che il suo nome venga ricordato più per i nostri progetti e non solo per la tragedia”.
A cura di Susanna Picone
14 CONDIVISIONI
Immagine

“Il mio sogno è che tra qualche anno, il 51 percento delle persone associ il nome di Yara ai progetti dell'associazione e ai risultati ottenuti per non far spegnere i sogni sportivi dei ragazzi di famiglie in difficoltà e solo il 49 percento alla tragedia che le è capitata”: a parlare è Fulvio Gambirasio, il papà della giovane uccisa nel 2010 a Brembate Sopra, nel Bergamasco. Il padre di Yara, che in questi anni e anche durante il processo a carico di Massimo Giuseppe Bossetti ha sempre preferito restare lontano dai riflettori, ha espresso questo desiderio come fine ultimo dell’associazione creata per ricordare Yara durante un evento organizzato dall'ente. Per ricordare la ragazzina di Brembate Sopra sono state organizzate una serie di iniziative e di progetti che l'associazione “La passione di Yara onlus” vuole portare avanti grazie alla generosità e ai gesti di tanti. Tra questi progetti c’è anche un concorso per la realizzazione del logo dell'associazione per gli studenti delle scuole medie.

Per il delitto di Yara è stato condannato Bossetti – Fulvio Gambirasio ha parlato in pubblico per la prima volta dopo la sentenza di condanna all’ergastolo a carico di Bossetti. “È grazie a tante persone che ti fermano per strada, ti stringono la mano, ti abbracciano e ti dicono ‘andate avanti perché state diventando un esempio per tanti’, che possiamo continuare con la nostra vita”, ha spiegato l’uomo, ammettendo qual è il suo desiderio e cioè quello di poter rivedere il sorriso di sua foglia sul viso degli altri bambini. L’incubo della famiglia Gambirasio è iniziato il 26 novembre del 2010, quando Yara non tornò a casa dopo essersi allenata nella palestra di Brembate. L’hanno ritrovata dopo lunghe ricerche solo tre mesi dopo, senza vita, in un campo di Chignolo d’Isola. Per l’omicidio è stato condannato all’ergastolo Massimo Giuseppe Bossetti, muratore di Mapello.

14 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views