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“Violenze sessuali e abusi con la scusa del benessere psicologico”, santone e compagna arrestati

I due indagati avevano creato un’associazione che organizzava corsi new age “per lo sviluppo dell’energia positiva” ma, secondo la polizia, avrebbero approfittato della situazione di vulnerabilità di molte persone spingendole a sborsare soldi ma anche a sottostare ad abusi fisici e violenze sessuali.
A cura di Antonio Palma
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Con la scusa del benessere psicologico avrebbero messo in atto decine di abusi ai danni di persone psicologicamente fragili che si rivolgevano a loro, arrivando in alcuni casi anche alle violenze sessuali. Queste le gravissime accuse nei confronti del 46enne Andrea Paolini e della sua compagna, Stefania Fabbro, destinatari rispettivamente di un ordine di custodia cautelare ai domiciliari e di un obbligo di dimora emesso dal gip del Tribunale di Firenze su richiesta del Sostituto Procuratore Angela Pietroiusti della Procura della Repubblica del capoluogo toscano. I due indagati avevano creato un’associazione denominata Nautilus DeltaLife “che organizzava corsi new age “per lo sviluppo dell’energia positiva” promettendo ai partecipanti il raggiungimento dell’armonia con se stessi.

In realtà, secondo la polizia che ha condotto l’inchiesta, gli adepti venivano indotti a frequentare corsi a pagamento, per superare blocchi mentali e tabù e spesso dietro questi incontri vi erano una serie di abusi e persino violenze sessuali. In particolare, secondo l’ipotesi investigativa, i due avrebbero approfittato della situazione di vulnerabilità di molte persone entrare a far parte dell’associazione con sede nella zona di Montepulciano riducendole in uno stato di soggezione.

Le vittime spesso con problemi derivanti da pregresse esperienze negative avute in ambito familiare o sentimentale, venivano spinte a sborsare soldi attraverso l’acquisto di gadget e amuleti ma anche attraverso la frequentazione di vari corsi di formazione e incontri di gruppo. Tra le altre cose, però, gli adepti avrebbero anche dovuto svolgere gratuitamente prestazioni lavorative all’interno dell’associazione o nell’abitazione dell’indagato e infine sottostare ad abusi sessuali. Chi non ubbidiva era vittima di punizioni davanti agli altri.

Per fare tutto questo i due avrebbero allontanato le vittime dai familiari e dagli amici e proprio dalla denuncia di alcuni parenti è scattata l’inchiesta. A far partire le indagini la segnalazione di una madre che aveva visto il figlio, studente universitario, allontanarsi dalla famiglia dopo alcune sedute nell’associazione alla quale aveva donato tutti i suoi risparmi, circa 8 mila euro.

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