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Violentata per due giorni da 7 uomini: nel branco anche il figlio di un boss di Casale

E’ accaduto due anni fa a Torino, ma solo oggi se ne è avuta notizia: una donna rumena di 26 anni è stata stuprata da 7 uomini per due giorni e poi abbandonata sulle spiagge di Matera.
A cura di danila mancini
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arrestati quattro dei sette uomini che hanno violentato per due giorni una ragazza rumena a torino

Quanto successo a Torino, nel febbraio del 2009, è stato reso noto soltanto oggi, una terribile pagina di cronaca che riguarda la violenza sessuale subita da una donna rumena di 26 anni.

La svolta alle indagini si è avuta proprio grazie alla sua testimonianza: ieri ha riconosciuto i suoi aggressori, che sono stati finalmente condotti nel carcere di Poggioreale, a Napoli. Tra loro anche Giuseppe Borrata, 27 anni e figlio del boss dei Casalesi Francesco Borrata; in stato di fermo anche Mario Grimaldi (55 anni, pensionato) Fabio Marotta (26 anni, ragioniere) e Carmine Timpanella (32 anni, guardia giurata) incensurati e originari di Mondragone, comune della provincia di Caserta. Alla violenza sessuale hanno preso parte altri tre uomini, anch'essi del casertano, uno dei quali già in carcere per altri reati.

Quella sera di febbraio di due anni fa, una ragazza rumena di 26 anni, un'immigrata regolare che svolgeva a Torino la professione di badante, era uscita per trascorrere una serata con degli amici. Mentre camminava per strada, il gruppo di uomini l'ha fermata e fatta salire in auto. Condotta in un appartamento del capoluogo piemontese, è stata stuprata per due lunghissimi giorni da sette uomini, che l'hanno drogata e minacciata con le armi. L'inferno è finito quando l'hanno abbandonata sulla spiaggia di Metaponto, frazione del comune di Bernalda in provincia di Matera, dove poi è stata soccorsa dai carabinieri.

Oggi i militari del Nucleo investigativo di Napoli hanno consegnato alla giustizia quattro dei sette uomini, sottoposti a fermo per violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona e per detenzione e porto illegale di armi da fuoco, aggravati dal metodo mafioso. I carabinieri sono a lavoro per arrestare gli altri due aggressori che hanno preso parte allo stupro.

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