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Verona, il Comune approva via Giorgio Almirante. No a via Giorgio Gaber

Verona avrà via Giorgio Almirante, ma non avrà via Giorgio Gaber. A deciderlo la commissione comunale toponomastica secondo cui il cantautore non avrebbe avuto nessun vero legame con la città. Almirante, fascista mai pentito, fu segretario del MSI e durante il regime redattore del giornale La Difesa della Razza.
A cura di Davide Falcioni
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Verona avrà via Giorgio Almirante, ma non avrà via Giorgio Gaber. Sta facendo discutere la decisione della commissione toponomastica del Comune che, dopo aver approvato la proposta di intitolare una strada allo storico segretario del Movimento Sociale Italiano e fascista mai pentito, ha contestualmente respinto quella di dedicare al cantautore italiano un'altra strada. Nel corso della seduta che si è svolta lo scorso 5 novembre la commissione ha motivato il diniego alla proposta lanciata dal Partito Democratico sostenendo che Gaber non aveva alcun legame con la città: una ragione che, tuttavia, non trova riscontro nel Regolamento Comunale per la Toponomastica, secondo cui la scelta di assegnare il nome a una via non dipende affatto dal legame territoriale.

Secondo il Partito Democratico la scelta di dedicare una strada ad Almirante e negarla a Gaber sarebbe quindi motivata solo da ragioni politiche e rappresenterebbe “un’altra figuraccia nazionale”. Il PD ha infatti spiegato che tutte le eccezioni di territorialità sono state smentite dalla maggioranza nel giro di pochi minuti al momento di trattare la proposta di intitolazione ad Almirante. Il professor Andrea Brugnol, durante la seduta di Commissione, ha inoltre fatto notare come Almirante “non ha mai rinnegato le scelte fatte con l’adesione al fascismo nemmeno dopo l’8 settembre”.

Secondo Federico Benini, capogruppo del Pd al comune di Verona, “non è dunque sufficiente affermare che Almirante avrebbe mantenuto nell’alveo costituzionale i movimenti di estrema destra. Le sue responsabilità in qualità di redattore della rivista La difesa della Razza e come repubblichino restano gravissime e come tali passeranno alla storia”. Per la cronaca, La Difesa della Razza Nelle rilanciava idee prive di fondamento scientifico per sostenere la superiorità della razza ariana alla quale gli italiani sarebbero appartenuti. Le varie uscite incitavano gli italiani con le più varie argomentazioni a proteggersi dalle "contaminazioni biologiche" delle "razze inferiori".

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