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“Venite, ho ucciso mamma e papà”. Così Osvaldo Turazza ha confessato l’omicidio dei genitori a Verona

Osvaldo Turazza, 55 anni, ha confessato in una telefonata alla Guardia di Finanza di aver ucciso il padre e la madre Giampaolo Turazza e Vilma Vezzaro, rispettivamente 75 e 73 anni, in una casa di Verona.
A cura di Davide Falcioni
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Per l'omicidio di Giampaolo Turazza e Vilma Vezzaro, i coniugi di 75 e 73 anni trovati morti in un appartamento del quartiere Borgo Roma di Verona, ieri è stato posto in stato di fermo il figlio della coppia, Osvaldo Turazza, di 55 anni. A so carico gravi indizi di colpevolezza, a partire da una confessione rilasciata al telefono alla Guardia di Finanza.

Alle 17 di ieri il 55enne – già noto alle forze dell'ordine per aver commesso reati di droga e contro la persona – ha composto il 117, numero di pubblica utilità mediante il quale si possono contattare le Fiamme Gialle. All'agente all'altro capo del telefono l'uomo, in evidente stato di agitazione, ha riferito di aver commesso la sera precedente l'omicidio dei genitori.

"Nel corso della telefonata – riferisce la Guardia di Finanza di Verona – l’uomo riferiva di aver vagato tutta la notte per la città e di trovarsi in quel momento in via Don Nicola Mazza, proprio nei pressi della sede delle Fiamme Gialle scaligere". È lì che Turazza è stato raggiunto da una pattuglia della Sezione Operativa Pronto Impiego, insieme alla quale si è recato presso l’abitazione dei genitori. I finanzieri hanno così scoperto che effettivamente erano stati uccisi un uomo e una donna. Giampaolo Turazza giaceva in camera da letto mentre sua moglie Vilma Vezzaro si trovava nel corridoio. Entrambi presentavano dei profondi tagli alla gola.

Dopo aver informato il Sostituto Procuratore di turno presso la locale Procura della Repubblica, la dottoressa Elvira Vitulli, i finanzieri hanno chiesto l'intervento della polizia scientifica per i rilievi del caso: "Sono seguite ulteriori immediate indagini per consolidare gli indizi di colpevolezza anche attraverso l’interrogatorio dell’uomo ad opera del Pubblico Ministero in esito al quale l’indagato è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per omicidio volontario aggravato dalla contestualizzazione domestica".

Le ipotesi al vaglio degli investigatori circa il movente dell’omicidio si muovono nel contesto dell’uso e maneggio degli stupefacenti; il 55enne, figlio unico della coppia, da tempo non viveva più con i genitori pur mantenendo con loro rapporti per soddisfare le proprie esigenze quotidiane.

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