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Vanessa Zappalà, la rabbia del papà: “Antonio covava vendetta, la pedinava col Gps sotto l’auto”

Carmelo Zappalà, papà di Vanessa, la 26enne uccisa domenica notte sul lungomare di Acitrezza, a pochi passi da Catania, a colpi di pistola dall’ex fidanzato Antonio Sciuto, che si è poi tolto la vita impiccandosi: “La sua morte è una sconfitta per lo Stato. Quell’uomo aveva pianificato tutto, ne sono sicuro, continuava ad essere accecato dalla gelosia. Perché quel giudice non ha convalidato l’arresto, come chiedeva la procura di Catania, dopo la denuncia per stalking?”.
A cura di Ida Artiaco
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Non si dà pace Carmelo Zappalà, il papà di Vanessa, la 26enne uccisa domenica notte sul lungomare di Acitrezza, a pochi passi da Catania, a colpi di pistola dall'ex fidanzato Antonio Sciuto, che si è poi tolto la vita impiccandosi. Una tragedia che secondo l'uomo avrebbe potuto essere evitata se la giustizia avesse già fatto il suo corso. "La sua morte è una sconfitta per lo Stato", ha detto in un'intervista al quotidiano La Repubblica, riferendosi alla decisione del giudice che non ha convalidato l'arresto dell'uomo dopo la denuncia per stalking, presentato a giugno, dal momento che da tempo perseguitava Vanessa. "Quell’uomo aveva pianificato tutto, ne sono sicuro, continuava ad essere accecato dalla gelosia", ha aggiunto ancora Carmelo, che ha anche raccontato che il killer "non si rassegnava alla fine di una relazione che era andata avanti dal maggio 2020 fino al febbraio di quest’anno. Abbiamo scoperto che aveva piazzato un Gps sotto l’auto di Vanessa. E, poi, era riuscito a intrufolarsi nel giardino di casa nostra, per sentire cosa dicevamo, attraverso un tubo".

Eppure, tutto questo non è bastato. "Quel che mi addolora di più – ha continuato il papà di Vanessa – è che tutto questo si sarebbe potuto evitare se lo avessero arrestato dopo la denuncia di Vanessa, che io avevo accompagnato alla stazione dei Carabinieri. Perché quel giudice non ha convalidato l’arresto, come chiedeva la procura di Catania?". Secondo Carmelo Zappalà, dopo il divieto di avvicinamento imposto dal giudice "non si era più visto in giro. Ma covava dentro la vendetta. Nei confronti di mia figlia, nei miei confronti. Ha voluto colpire al cuore anche me. E ora ripenso ai giorni in cui era stato a casa nostra, l’avevamo pure accolto per due mesi. Era un uomo con due facce. Apparentemente tranquillo, in realtà era solo un bugiardo. Era un mostro".

Tutto è cominciato domenica scorsa quando Vanessa è stata uccisa a colpi di pistola dall'ex sul lungomare di Acitrezza mentre passeggiava insieme a quattro amici. "Lui continuava a fissarla. Siamo scappati. Ma lui è sceso e l’ha raggiunta. La temeva per i capelli e sparava", ha poi raccontato uno di loro. Il killer, separato e con due figlie minorenni, è scappato ma dopo qualche ora, nel pomeriggio di ieri, è stato trovato impiccato in un casolare di proprietà di un suo familiare, nelle campagne di contrada Trigona a Trecastagni. Sulla parete ha lasciato la scritta di scuse "vi voglio bene" rivolta ai genitori e ai suoi figli, ma nessun accenno a Vanessa.

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