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Ucciso da Cosa Nostra e sciolto nell’acido: la statua a Giuseppe Di Matteo bloccata dalla burocrazia

La statua dedicata a Giuseppe Di Matteo, il bambino di 12 anni che nel 1996 venne ucciso e poi sciolto nell’acido da Cosa Nostra, è stata coperta dal Comune di San Giuseppe Jato, dove era stata installata, per una bega tecnica-burocratica. Lo zio del bambino: “Non rimuoverò la statua, Resterà al suo posto”.
A cura di Davide Falcioni
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Era l'11 gennaio del 1996 quando il piccolo Giuseppe Di Matteo, all'epoca 12 anni, venne prima ucciso poi sciolto nell'acido dopo una prigionia durata 779 giorni. L'atroce delitto venne commesso a San Giuseppe Jato, in provincia di Palermo, da esponenti di Cosa Nostra nel tentativo di impedire che il padre el bambino, Santino Di Matteo, collaboratore di giustizia ed ex-mafioso, collaborasse con gli investigatori. Ebbene, a 26 anni di distanza la tragedia di Giuseppe Di Matteo torna a far discutere. Lo scorso 30 luglio, infatti, all'ingresso del Municipio di San Giuseppe Jato è stata installata una statua dedicata all'adolescente ucciso dalla mafia: l'opera, in bronzo, era stata realizzata dall'artista di Corleone Nicolò Governali e voleva non solo ricordare la figura di Di Matteo, ma soprattutto gli orrori di cui è stata capace nella sua storia Cosa Nostra. La scultura, tuttavia, è stata ora coperta da un lenzuolo perché la sua esposizione richiede una delibera che non c'è. Insomma, la burocrazia ha avuto ancora una volta la meglio persino sull'antimafia e sul valore del ricordo dell'omicidio di un bambino, punito per le scelte di suo padre.

Come ricostruisce Repubblica San Giuseppe Jato, comune sciolto per mafia, era retto da un commissario della Regione, Salvatore Graziano, ora sostituito da tre commissari nominati dal governo nazionale. Lo zio del piccolo Di Matteo, Nunzio, che lavora al Provveditorato delle opere pubbliche ("Ho preso una strada diversa da mio fratello e posso andare a testa alta") ha spiegato che "Graziano aveva dato il via libera all'installazione, poi nei giorni scorsi ha chiamato per dire che dovevamo toglierla. Ma io non ho alcuna intenzione, quella statua resta lì". L'ex commissario, dal canto suo, ha spiegato la retromarcia sostenendo che "in questa vicenda non sono stato supportato bene dagli uffici comunali. Ho già parlato con i nuovi commissari. Il tempo di fare tutti gli adempimenti e poi la statua tornerà al suo posto". L'opera, nel frattempo, resta coperta da un lenzuolo bianco.

In attesa che la grottesca bega burocratica venga risolta è intervenuto il Centro Peppino Impastato: "Abbiamo appreso che la statua del piccolo Giuseppe Di Matteo, che era stata collocata nel palazzo comunale di San Giuseppe Jato, è stata coperta, perché non si sarebbero rispettate le procedure necessarie per la sua installazione nella sede del Comune. Il Centro Impastato, in attesa che si trovi una soluzione, propone ai familiari di Giuseppe che la statua, che lo ricorda a tutti noi, venga esposta a Palermo, al No mafia Memorial".

Nel pomeriggio è arrivato un chiarimento dal Comune di San Giuseppe Jato: "In relazione alle notizie di stampa riguardanti la collocazione della statua del piccolo Giuseppe Di Matteo, la Commissione Straordinaria del Comune di San Giuseppe Jato, insediatasi lo scorso 8 agosto, comunica di avere in corso la ricognizione di tutte criticità che interessano l'Ente locale, tra le quali rientra, a pieno titolo, la formalizzazione della donazione del monumento commemorativo. A seguito della stessa, sarà cura della Commissione Straordinaria provvedere al più presto a individuare un idoneo sito che dia il dovuto risalto ad una vittima innocente, a perenne ricordo dell'efferatezza della violenza della criminalità organizzata".

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