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Tre anni fa moriva Luana D’Orazio, stritolata da un orditoio mentre lavorava. La madre: “Cambiare le leggi”

Il prossimo 3 maggio saranno passati tre anni dalla morte di Luana D’Orazio, la ragazza di 22 anni stritolata da un orditoio manomesso nella fabbrica dove lavorava, in provincia di Prato. La madre della ragazza, Emma Marrazzo, è intervenuta durante una conferenza stampa al Senato organizzata per illustrare il ddl del M5S che introduce il reato di ‘omicidio sul lavoro’.
A cura di Eleonora Panseri
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Luana D'Orazio
Luana D'Orazio

Il prossimo 3 maggio saranno passati 3 anni dalla morte di Luana D'Orazio, la ragazza di 22 anni stritolata da un orditoio manomesso nella fabbrica dove lavorava di Montemurlo, in provincia di Prato. La madre della ragazza, Emma Marrazzo, oggi, martedì 30 aprile, è è intervenuta durante una conferenza stampa al Senato organizzata per illustrare il ddl del M5S che introduce il reato di ‘omicidio sul lavoro'.

La legge "attuale è ipocrita, servono pene più severe, con l’aggravante. Sennò tutto è inutile. Nel caso della morte di Luana, i proprietari dell’azienda hanno patteggiato per omicidio senza dolo. E il dolo, che fine ha fatto? La proprietaria Luana Coppini ha avuto 2 anni, il marito un anno e 6 mesi, con la condizionale. E una multa di 10mila e 300 euro. L’azienda ha subito ripreso a funzionare, Luana è morta il 3, le macchine sono state riaccese il 5″,  ha raccontato ancora la donna in un'intervista a Repubblica.

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"Io so che queste sono morti volute perché sul tema lavoro ci sono troppe cose che non vanno e noi vedove di mariti o figli sappiamo cosa vuol dire", aggiunge la donna che ricorda: "Il 29 aprile, 4 giorni prima di morire, avevamo saputo insieme dalla televisione della morte di Mattia Battistetti, ucciso in un cantiere di Montebelluna. Luana aveva detto: ‘Ma come fanno a succedere queste cose'. Era un ragazzo di 23 anni. Poi è successo a lei".

La mamma della 23enne dice di aver voluto guardare durante il processo le foto delle perizie. "Tutte, le ho guardate. Il corpo aveva fatto quattro giri completi intorno all’asse, prima che un operaio fermasse la macchina, che stava andando alla velocità massima. Ormai sembrava un gomitolo, aveva la testa schiacciata contro il rullo. È stato terribile guardare quelle immagini, ma ho dovuto farlo".

Durante l'incontro al Senato Emma Marrazzo ha ricordato anche la strage del cantiere dell'Esselunga e afferma che "i lavoratori dovrebbero essere messi su un piedistallo perché senza di loro l'Italia si fermerebbe". "Mia figlia si alzava alle 5 del mattino per andare a lavorare – ha aggiunto – e mia figlia quel 3 maggio era il numero 185 di morti bianche di quell'anno. Non si può continuare così".

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