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Trans sgozzata in auto a Bari, quattro anni dopo la svolta: controllate migliaia di vetture

Gli agenti della squadra mobile del capoluogo pugliese infatti nelle scorse ore hanno arrestato il presunto assassino, un uomo di 51 anni. Per arrivare a lui gli inquirenti hanno controllato migliaia di auto Fiat Punto.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di archivio
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A quattro anni dal terribile delitto potrebbe esserci la svolta nel caso dell'omicidio di Ambra, la trans uccisa a Bari San Giorgio, nei pressi dell’ex pastificio, nel settembre del 2018. Gli agenti della squadra mobile del capoluogo pugliese infatti nelle scorse ore hanno arrestato il presunto assassino, un uomo di 51 anni residente nella provincia di Bari.

Secondo gli inquirenti, infatti, a carico dell'arrestato è stato raccolto "un grave e convincente quadro indiziario" che ha portato i Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Bari, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ad emettere un provvedimento cautelare.

Diversi infatti sono gli elementi raccolti dalla polizia a carico del 51enne. Tra questi la corrispondenza somatica tra l'indagato ed il soggetto apparso in un video di sorveglianza, la sua disponibilità di una Fiat Punto con un tender colore arancio sul tetto, la disponibilità di un immobile vicino al luogo del delitto, la frequentazione del mondo della prostituzione maschile e femminile, la detenzione di un coltello corrispondente a quello trovato sulla scena del crimine ed utilizzato per l'omicidio e infine l'aggancio del suo cellulare di una cella telefonica compatibile con il luogo dell'assassinio.

Per arrivare a lui gli inquirenti hanno controllato migliaia di auto Fiat Punto di colore grigio metallizzato analizzando le corrispondenze tra l'autovettura che si vede nell'unico video a disposizione e tutte quelle di modello e serie corrispondenti, immatricolate e circolanti a Bari e in provincia.

Dl filmato che riprese l'autovettura del presunto omicida, infatti, non si è riusciti a identificare la targa ma solo il modello. Questo però è stato un punto di partenza fondamentale che, insieme all'analisi della rete di legami e frequentazioni della vittima, ha portato a individuare una rosa di sospettati.

Il cadavere della vittima fu trovato in una stradina buia all'interno della propria autovettura, nella quale si era probabilmente appartata per consumare un rapporto sessuale a pagamento. Il decesso fu provocato da una coltellata al collo, che recise l'arteria carotidea e causò uno shock emorragico.

Secondo l'accusa, dopo il delitto, l'auto del killer rimase senza carburante e si fermò e quel punto che l'uomo venne ripresa dalla telecamera. Con l'aiuto di due persone ignare, a bordo di un'altra vettura in transito, l'assassino la spinse sino a farla sparire dall'inquadratura della telecamera.

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