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Torino, operaio morto schiacciato da un carico di metallo alla FCA di Mirafiori

Giovanni Mangrone, operaio di 49 anni, è deceduto per un’emorragia interna all’ospedale Cto dov’era stato ricoverato giovedì pomeriggio; l’uomo era dipendente di una ditta esterna che lavora per Fenice, l’azienda che gestisce le attività termoelettriche di tutto il comprensorio di Fca.
A cura di Davide Falcioni
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Tragedia alla FCA di Mirafiori (Torino), dove un operaio di 49 anni sabato mattina è morto in seguito a un incidente sul lavoro risalente a giovedì pomeriggio. Giovanni Mangrone, questo il nome dell'uomo, è deceduto per un'emorragia interna all'ospedale Cto dov'era stato ricoverato; il 49enne, operaio specializzato nella carpenteria, era dipendente di una ditta esterna che lavora per Fenice, l’azienda che gestisce le attività termoelettriche di tutto il comprensorio di Fca. Giovedì pomeriggio in uno stabilimento a Mirafiori Sud, è stato travolto da un carico di metallo di svariati quintali. Trasportato all'ospedale dai medici del 118 per una frattura al femore, si è aggravato il giorno successivo al ricovero ed è morto due mattine fa. Sulla vicenda la Procura ha aperto un fascicolo, a carico di ignoti, per omicidio colposo. Le indagini sono coordinate dal pubblico ministero Rossella Salvati. Sono in corso gli accertamenti degli ispettori dello Spresal per risalire alle cause della tragedia e accertare se siano state rispettate tutte le leggi sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.

Stando all'ultimo report dell'Inail tra gennaio e luglio 2020 sono stati 719 i morti sul lavoro, pari al 19,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Il territorio più colpito è il Nord ovest (con 265 incidenti mortali), complice soprattutto l’aumento in Lombardia (+89).  Da un esame per fasce d’età emerge inoltre che i morti aumentano solo tra gli over 55 – non a caso le categorie più a rischio per il coronavirus – mentre in tutte le altre c’è stata una diminuzione. A pagare il prezzo più alto sono i medici: solo nel periodo del lockdown totale (tra marzo e aprile) le denunce di infortunio sul posto di lavoro sono salite del 500%, a ulteriore conferma di quanto gli ospedali siano stati un veicolo di contagio.

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