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Topi morti in cucina, blatte e falsi panettoni: come sono andati i controlli di Natale dei Nas

I controlli dei Nas degli ultimi giorni hanno portato alla luce migliaia di panettoni industriali spacciati per artigianali, dolci e prodotti ittici privi della tracciabilità di origine o mal conservati e in alcuni casi gravi carenze igieniche, come blatte e persino topi morti in cucina.
A cura di Davide Falcioni
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Panettone for holidays
Panettone for holidays

Le festività di Natale si associano sempre a grandi abbuffate con amici e parenti, e in questo quadro il rischio di imbattersi in prodotti contraffatti è sempre piuttosto alto.

Lo dimostra l'esito di una delle ultime ispezioni dei Nas, il  Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dei carabinieri, che ha portato alla luce migliaia di panettoni industriali spacciati per artigianali, dolci e prodotti ittici privi della tracciabilità di origine o mal conservati e in alcuni casi gravi carenze igieniche, controlli che hanno causato la chiusura immediata di pasticcerie e pescherie al cui interno sono state trovate in alcuni casi blatte, scarafaggi e persino, come nella cucina di un bar in provincia di Pisa, un topo morto.

In vista delle feste i Nas, di intesa con il ministero della Salute, hanno intensificato i controlli nelle imprese operanti nel settore produttivo e commerciale dei tradizionali prodotti dolciari e della filiera ittica: ne sono state ispezionate 882 e in 229, pari al 26%, sono state riscontate irregolarità. Sequestrate 7 tonnellate e mezzo di dolci, tra cui 1.775 panettoni e pandori in parte venduti come lavorazione artigianale quando invece risultavano prodotti a livello industriale e riconfezionati fraudolentemente, in parte privi di etichettatura e tracciabilità.

Trentasette gestori sono stati sanzionati per frode in commercio e detenzione di panettoni senza indicazioni sulla effettiva origine, mentre ad altri 231 sono state contestate violazioni per carenze igienico sanitarie delle materie prime e dei laboratori di pasticceria. Emessi anche 16 provvedimenti di chiusura o sospensione dell’ attività di produzione e vendita.

I controlli hanno riguardato anche la filiera ittica e hanno portato al sequestro di 2,3 tonnellate di pesce, a causa della mancata tracciabilità di origine e di
irregolarità nelle modalità di conservazione del pescato. Sospesi 7 tra grossisti e pescherie per carenze igieniche e strutturali.

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