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Svolta nell’omicidio Ismaele Lulli: a processo la ragazza che lo consegnò agli aguzzini

‘Concorso anomalo in omicidio volontario’: è l’accusa con cui verrà processata Ambera Saliji, la ragazza che attirò con un inganno Ismaele Lulli, 17 anni, all’appuntamento col suo aguzzino, cinque anni fa, nel Pesarese. Isamele venne legato a una croce e torturato fino a quando non confessò di aver avuto una storia con la ragazza. Allora, Igli Meta, fidanzata di Ambera, lo uccise con una coltellata.
A cura di Angela Marino
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A sinistra Ambera Saliji, in alto a destra Ismale Lulli, in basso, Igli Meta
A sinistra Ambera Saliji, in alto a destra Ismale Lulli, in basso, Igli Meta

Da testimone dei fatti diventa imputata per omicidio. Ambera Saliji, la ragazza che attirò con un inganno Ismaele Lulli, 17 anni, all'appuntamento col suo aguzzino, verrà ora processata per omicidio. A cinque anni dai fatti di Sant’Angelo in Vado e dopo la condanna di Igli Metace del suo complice, il gip ha imposto alla procura di Urbino di formulare un’accusa e chiedere il rinvio a giudizio dell’ex fidanzata dell’assassino. Il sostituto procuratore Irene Lilliu, ha accusato la 24enne Ambera del reato di ‘concorso anomalo in omicidio volontario'. Ambera avrebbe portato Ismale  dal fidanzato, pu conoscendo gli intenti di vendetta di quest'ultimo, sebbene non fosse coinvolta nel piano.

Debora, madre di Ismaele Lulli
Debora, madre di Ismaele Lulli

Il delitto risale al 19 luglio 2015. Isamele, diciassette anni, venne trovato con la gola squarciata e il corpo sfregiato in un bosco di San Martino in Selva Nera, una frazione di Sant’Angelo In Vado (Pesaro). Secondo la ricostruzione del processo che ha condannato rispettivamente all’ergastolo e a 28 anni di carcere,  Igli Meta e Marijo Mema, furono i due pusher albanesi a torturare la vittima finché non ebbe confessato la sua relazione con Ambera, decretando così la propria condanna a morte. I due aspettarono il diciassettenne alla fermata del bus e lo convinsero a salire nella loro. A quel punto si diressero a San Martino, dove il povero Ismaele fu legato a una croce e seviziato finché non ammise la relazione con Ambera. Ottenuta la confessione, Meta lo sgozzò con un coltello a serramanico.

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Sul ruolo di Ambera si sono affastellati dubbi e domande. Fu lei a invitare Ismaele a un appuntamento alla fermata del bus, ben sapendo che il ragazzo avrebbe trovato il suo fidanzato e il suo complice. Quando Meta le disse al telefono "l'ho ammazzato", Ambera fece una piega e si limitò a raccomandargli prudenza con gli investigatori. "Ora potrà dirmi perché ha teso la trappola a mio figlio. Ho sempre voluto giustizia", ha commentato mamma Debora, costretta, cinque anni fa, a seppellire il corpo quasi decapitato di suo figlio.

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